Indice Nikkei in positivo dopo i commenti del ministro delle finanze. Il governo metterà un freno ai movimenti del super yen.
La maggior parte delle borse asiatiche toccano nella sessione di venerdì i minimi di tre settimane, mentre il Nikkei in Giappone riesce ad invertire il trend e a chiudere in rialzo dopo che il ministro delle finanze si è impegnato a porre un freno allo yen e ai suoi movimenti troppo forti, sia in rialzo che in ribasso.
Nonostante le dichiarazioni abbiano fatto scendere in un primo momento lo yen dai massimi di 17 mesi contro il dollaro USA, la valuta giapponese è ancora in corsa per chiudere la settimana di scambi in rialzo contro tutte le valute principali nel mercato del Forex.
Nikkei in rialzo, ministro finanze promette freno alla forza dello yen
L’indice Nikkei ha chiuso l’ultima sessione della settimana con un rialzo dello 0,46%, mentre il MSCI, che monitora l’andamento dell’azionario nell’area Asia-Pacifico escluso il Giappone, è sceso dello 0,2%, per un calo settimanale dell’1,5%
Dopo una sessione sottotono, il giapponese Nikkei ha recuperato le perdite dopo che il ministro delle Finanze Taro Aso ha riferito pubblicamente che il governo prenderà provvedimenti per contrastare gli ampi movimenti dello yen in entrambe le direzioni.
Perché il super yen fa male
La forza dello yen è negativa per le grandi imprese legate all’export del Giappone. Dopo aver toccato i minimi di due mesi sulla scia dei forti acquisti di yen, il Nikkei è riuscito a recuperare chiudendo la settimana in ribasso dell’1,4%.
Il super yen ha effetti negativi non solo per la crescita del Giappone, ma lancia segnali negativi anche sull’economia mondiale poiché alimenta l’interesse degli investitori nel carry trade, spostando i capitali lontani dagli asset più rischiosi.
D’altra parte, tuttavia, più in alto sale lo yen più aumenta la pressione per la Bank of Japan affinché aumenti lo stimolo di politica monetaria.
Cina in attesa dei dati macro
Il mercato azionario cinese chiude in rosso in attesa della serie di dati macroeconomici in pubblicazione la prossima settimana, tra cui l’offerta monetaria, l’inflazione e la concessioni di nuovi prestiti.
Lo Shanghai composite chiude in ribasso dell’1.20%, il CSI 300 per l’1.04% - con una chiusura settimanale ben al di sopra dell’1%.
L’Hang Seng di Hong Kong cede lo 0.50%.
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