Nuova classificazione delle Regioni dopo la riunione della Cabina di regia dell’11 dicembre. Firmata l’ordinanza di Speranza in vigore da domenica 13 dicembre: come cambiano i colori.
Entro Natale tutta l’Italia potrebbe essere zona gialla, aveva detto il premier Conte illustrando il nuovo Dpcm di dicembre. Una previsione che si sta per avverare, visto che da domenica 13 dicembre diverse Regioni cambieranno colore.
Venerdì 11 dicembre si è tenuta la riunione del Ministero della Salute con la Cabina di Regia dedicata al monitoraggio del rischio sanitario da cui è emersa la nuova classificazione delle Regioni, ratificata tramite ordinanza del ministro Speranza.
Ecco quali Regioni diventano gialle da domenica 13 dicembre.
Nuove zone gialle e arancioni dal 13 dicembre
Dopo il report dell’Istituto Superiore di Sanità di venerdì 11 dicembre il ministro Speranza ha firmato l’ordinanza per i cambi di colore.
Fino a sabato 12 dicembre, quindi, la ripartizione delle Regioni per fascia di rischio si presenta così:
- in area gialla troviamo Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, Veneto;
- in area arancione ci sono Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Toscana, Valle d’Aosta.
Il Ministero della Salute ha confermato Abruzzo in zona rossa, ma con un’ordinanza del presidente Marco Marsilio la Regione si è autoproclamata zona arancione.
Le Regioni che cambiano colore da domenica 13 dicembre
Da domenica 13 dicembre diventano gialle Lombardia e Piemonte, Calabria e Basilicata.
La Lombardia registra un calo dei ricoveri sia in terapia intensiva che in altri reparti, ed è scesa al 4° posto per numero di contagi. Anche il Piemonte registra un miglioramento della situazione: qui l’indice Rt è sceso a 0,7, un ottimo traguardo se pensiamo che a metà ottobre era pari a 2,16.
Il presidente calabro Spirlì in un video sui social precisa: “Non significa tana libera tutti”.
Il governatore pro tempore calabrese aveva aggiunto:
Ci auguriamo che i dati che abbiamo inviato ieri al Ministero della Salute ci consentiranno di fare un salto di qualità. Ieri, dopo una stretta alle Asp di competenza, abbiamo potuto raggiungere il 63% di appetibilità dei nostri dati. Una quota altissima dato che prima eravamo al 30% poiché questi non venivano caricati dalle Asp sulla piattaforma che avevamo messo a disposizione mesi fa dotando, ognuna di essi, di qualsiasi supporto telematico. Ma non lo utilizzavano.
Le Regioni che restano in zona arancione
Niente da fare, quindi, per Toscana, Campania e Valle D’Aosta, quest’ultima tra le prime Regioni a essere inserite in zona rossa e adesso in zona arancione. Stando alle previsioni, la Valle D’Aosta potrebbe dover aspettare ancora una settimana per diventare zona gialla: il passaggio potrebbe avvenire dal 20 dicembre.
Anche per la Campania slitta la zona gialla: la Regione governata da Vincenzo De Luca resta in fascia arancione ancora per una settimana, ma intanto provvede a stringere le maglie delle misure anti-Covid. De Luca ha infatti firmato una nuova ordinanza che dal 12 dicembre al 7 gennaio rafforza i controlli negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie e vieta di raggiungere le seconde case che si trovano in Campania salvo comprovati motivi di necessità.
L’Abruzzo, ultima Regione in zona rossa rimasta, passerà alla zona arancione domenica 13.
Cosa cambia per le Regioni che diventano gialle
Stando al testo dell’ultimo decreto, dal 4 dicembre essere in zona gialla significa potersi spostare liberamente in altri comuni o regioni dell’area gialla senza autocertificazione, andare nelle seconde case; i ristoranti e i bar sono aperti con servizio al tavolo fino alle 18, e tutti i negozi possono aprire senza restrizioni sui prodotti acquistabili.
Nella zona gialla si può uscire tra le 5 e le 22, e gli spostamenti interregionali sono consentiti fino al 20 dicembre. Dal 21 dicembre, invece, per tutte le regioni, a prescindere dal colore, saranno vietati gli spostamenti interregionali per motivi diversi da lavoro, studio, salute, necessità o rientro al proprio domicilio, residenza o abitazione. Per quanto riguarda il divieto agli spostamenti fuori Comune nei giorni 25 e 26 dicembre e 1° gennaio stabilito dal Decreto, il Governo starebbe valutando la possibilità di revocarlo e modificarlo estendendolo alle Province.
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