Nuovi MacBook con processore ARM: cosa cambia senza Intel

Matteo Novelli

9 Novembre 2020 - 18:08

Arrivano i nuovi MacBook e iMac con processore ARM: Apple divorzia ufficialmente da Intel e apre una nuova generazione di portatili. Ma cosa cambia davvero e quali sono i vantaggi?

Nuovi MacBook con processore ARM: cosa cambia senza Intel

Apple presenta i nuovi MacBook con processore ARM: i primi computer della mela senza Intel sfrutteranno un processore creato in casa Cupertino, segando l’alba di una nuova era per i computer della mela morsicata (come annunciato durante la WWDC 2020).

Ma cosa cambia con i nuovi processori ARM di Apple? Quali saranno le differenze con gli iMac e MacBook con Intel cosa comporterà l’adozione di un processore interno nativo nei laptop di nuova generazione? Queste le domande e i quesiti in merito alla strada futura tracciata da Cupertino per i suoi computer.

Molte le novità, a partire dal progressivo divorzio da Intel e le future prestazioni dei portatili e computer Apple in arrivo nei prossimi anni. Ecco cosa sappiamo.

MacBook con processore ARM: cosa cambia?

Il lento processo d’indipendenza di Apple da sviluppatori esterni è iniziato negli ultimi anni con i chip di iPhone e iPad, che hanno funzionato come una sorta di terreno preparativo per i nuovo iMac e MacBook.

Dopo 15 anni dall’abbandono del PowerPC e il passaggio a Intel, Tim Cook guida Apple verso una nuova svolta: creare i nuovi computer Apple con una architettura nativa.

I primi Mac dotati di processore ARM verranno presentati durante l’evento Apple del 10 novembre: sul loro arrivo sul mercato ci sono diverse ipotesi, con i primi modelli che potrebbero essere disponibili alla vendita entro fine anno o nel primo trimestre del 2021.

Il passaggio da Intel a processori personalizzati di tipo ARM avrà, secondo la strategia di Apple, come prima ripercussione l’ottimizzazione delle prestazioni generali dei terminali. A questo si dovrebbe unire anche un costo produttivo minore per Apple, non più costretta ad affidarsi a produttori esterni (e quindi un possibile taglio del prezzo iniziale per gli utenti?).

Apple punta a rendersi indipendente al 100% da produttori terzi, accelerando i processi produttivi, la presentazione di nuovi modelli e l’ottimizzazione con il sistema operativo.

MacBook con processore ARM: conviene davvero?

I primi dubbi da risolvere saranno in merito alla risposta degli sviluppatori per l’aggiornamento costante dei vari app e programmi disponibili. Il rischio maggiore per Cupertino dipende proprio da questo: i software di terze parti, come Photoshop o Premiere tanto per citare due dei programmi più utilizzati dagli utenti Pro, dovrebbero essere in grado di fornire aggiornamenti costanti e dedicati anche ai nuovi Mac per evitare di avere tra le mani un terminale adatto alle solo app native di macOS.

Apple non è stupida e il lancio sul mercato dei nuovi MacBook con processore nativo implicherà necessariamente una compatibilità con la quasi totalità dei programmi e app più utilizzati da chi sceglie di affidarsi alla mela morsicata in ambito professionale.

La combinazione software e hardware dei nuovi laptop dovrebbe essere destinata a offrire prestazioni superiori rispetto alla concorrenza. Insomma, molto dipenderà dalla risposta dei programmi e dalla loro immediata disponibilità al lancio dei nuovi MacBook: ulteriori dettagli in merito si avranno nei prossimi giorni.

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