Un nuovo lockdown in Italia ci sarà nel caso si arrivi allo «scenario rosso» stando al report di CTS e ISS, caratterizzato da un indice Rt superiore all’1,5. Oggi siamo a 1,17.
È tutta una questione di numeri. Per quanto tutta l’intenzione sia per evitarlo, un nuovo lockdown in Italia potrebbe diventare realtà qualora l’indice di contagio dovesse salire oltre i livelli di sopportazione delle strutture sanitarie.
I dati sui nuovi contagi contenuti negli ultimi bollettini della Protezione Civile contribuiscono ad aumentare la preoccupazione circa lo stato di salute sia della nostra società che della nostra economia. A poco sembrano esserre servite le rassicurazioni arrivate in sede dell’ultima conferenza stampa di Giuseppe Conte - occasione in cui il premier ha annunciato i provvedimenti contenuti nel nuovo DPCM del 18 ottobre - secondo cui «dobbiamo scongiurare un nuovo lockdown generalizzato: il paese non può permettersi una nuova battuta d’arresto».
Il Presidente del Consiglio ha ragione: l’Italia non può permettersi un’altra chiusura generalizzata, ma i migliaia di nuovi contagiati contati ogni giorno potrebbero, in prospettiva e nello scenario peggiore, spalancare le porte al lockdown nazionale. A dirlo non sono i soliti allarmisti, ma gli studi elaborati dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) e l’Istituto Superiore di Sanità condivisi con Governo e Regioni nei giorni scorsi. Tutti gli occhi a questo punto sono puntati sull’indice Rt.
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Nuovo lockdown in arrivo? Tutti gli occhi sull’indice Rt
Ma cos’è questo indice Rt (da leggere “erre con ti”) sul quale pare si baserà la decisione di far scendere in campo, oppure no, un secondo lockdown in tutta Italia?
Si tratta, appunto, di un indice con l’obiettivo di misurare la trasmissibilità potenziale del virus tenendo conto delle disposizioni attive al fine di contenere la diffusione del virus stesso. In poche parole, è il famoso indice R0 evoluto, armonizzato al contesto attuale.
Per farla ancor più breve: è il numero di casi secondari per ogni nuovo contagiato. Oggi l’indice Rt è a una media di 1,17 (1,17 nuovi potenziali casi per ogni nuovo positivo). Secondo gli scenari ipotizzati dal CTS e dall’ISS, nel caso in cui l’Rt dovesse salire e superare quota 1,5 e, contestualmente, gli ospedali e le terapie intensive dovessero rientrare in una fase critica, un lockdown nazionale sarebbe una risposta necessaria.
Per non contare il fatto che quell’1,17 attuale è solo una media: ad oggi in alcune Regioni l’indice è ben più alto - Abruzzo, Campania, Emilia, Liguria, Lombardia, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta sono quelle più colpite secondo l’ultimo report riservato dell’Istituto e del Comitato.
Il percorso verso un nuovo lockdown sarà tuttavia graduale: le Regioni stesse e il Governo procederanno prima con misure sempre più restrittive al fine di rallentare la curva dei contagi stando alle ipotesi di CTS e ISS.
Gli scenari che potrebbero portare a un nuovo lockdown secondo CTS e ISS
Lo studio del Comitato e dell’Istituto si concentra principalmente due scenari: uno arancione, quello in cui ci stiamo addentrando proprio in questi giorni, e uno rosso, decisamente più grave.
Lo scenario arancione è caratterizzato all’istituzione di mini-lockdown locali, restrizioni verso attività produttive, alla mobilità personale, e la chiusura delle scuole, sulla scia della recente ordinanza del Governatore della Campania Vincenzo De Luca.
Ma è lo scenario rosso a incutere più timore: se dovessimo addentarci in una simile prospettiva sarà per colpa di una crescita fuori controllo dei contagi, con conseguente impatto sulle strutture sanitaria, e un indice Rt superiore all’1,5, accompagnato da una «incidenza dei casi e gravità clinica elevate» e una «pressione sostenuta per i Dipartimenti di prevenzione e per i servizi assistenziali».
Come sarà il nuovo (eventuale) lockdown?
Dipenderà dal contesto stando al report di ISS e Comitato Tecnico Scientifico: si passa dalla possibilità di chiusure locali e varie restrizioni alla mobilità personale nelle zone con il tasso di nuovi contagi più alto, fino ad arrivare a un lockdown nazionale su larga scala «da definirsi rispetto allo scenario epidemiologico».
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