OSS: cosa cambia con il riconoscimento? Poche garanzie nel Ddl Lorenzin

Simone Micocci

30 Ottobre 2017 - 10:48

Il riconoscimento degli OSS è incompleto: ecco perché il Ddl Lorenzin non rappresenta una vittoria, ma un fallimento. La polemica del MIGEP.

OSS: cosa cambia con il riconoscimento? Poche garanzie nel Ddl Lorenzin

Per gli OSS si apre la strada del riconoscimento come personale sanitario.

Tuttavia anche se apparentemente può sembrare una buona notizia, non è tutto “rose e fiori” poiché il Ddl Lorenzin che prevede la nascita dell’area delle professioni socio sanitarie - dove oltre agli OSS ne fanno parte assistenti sociali, sociologi ed educatori - è stato “tagliato” di alcuni importanti emendamenti.

Ne dà notizia l’associazione delle professioni infermieristiche tecniche - il MIGEP - per voce del suo rappresentante Angelo Minghetti. Questo tramite il suo profilo Facebook ha spento gli entusiasmi nati dopo l’approvazione del Ddl Lorenzin alla Camera dei Deputati, manifestando tutta la sua delusione per la cancellazione di alcuni emendamenti che potevano dare alla categoria degli OSS una “professione maggiore”.

Nonostante la probabile approvazione definitiva del Ddl Lorenzin (cliccando qui trovate la guida completa al testo di legge) il riconoscimento degli OSS potrebbe essere l’ennesima occasione sprecata per valorizzare una professione sempre più importante per garantire la tutela della salute dei pazienti.

Cosa cambia quindi con il riconoscimento degli OSS? Una domanda che si sono posti in molti in questi giorni, alla quale di seguito proveremo a dare una risposta precisa.

Cosa cambia per gli OSS con il riconoscimento?

L’articolo 5 del Ddl Lorenzin istituisce l’area delle professioni socio sanitarie, di cui faranno parte:

  • Operatori Socio Sanitari;
  • Educatori;
  • Assistenti sociali;
  • Sociologi.

Queste figure quindi non saranno più riconosciute come personale tecnico, poiché saranno dei sanitari a tutti gli effetti. In questo modo si conta di risolvere buona parte delle questioni controverse legate al loro attuale inquadramento come ruolo tecnico.

Il riconoscimento sarà la base da cui partire per una distinzione dei ruoli meglio definita, stabilendo con chiarezza quali sono gli ambiti di competenza degli OSS e quali invece sono le esclusività degli infermieri. Perché se è vero che con il riconoscimento la professione degli OSS fa un “balzo in avanti”, è pur vero che allo stesso modo bisognerà fare in modo che non ci siano interferenze con il ruolo degli infermieri.

Ecco perché all’approvazione definitiva del Ddl Lorenzin dovrà seguire una divisione più rigida dei ruoli.

Ma naturalmente il riconoscimento degli OSS come personale non più tecnico ma sanitario porterà al loro ingresso nel tavolo della contrattazione nazionale. Obiettivo futuro sarà appunto quello di individuare un inquadramento coerente e adeguato di questo profilo sanitario; una valorizzazione professionale alla quale sarebbe giusto che ne segua una economica.

Tuttavia il Ddl Lorenzin offre solamente una base per il riconoscimento degli OSS, poiché nel testo della legge manca ogni riferimento ad una revisione delle competenze e alla formazione degli operatori socio sanitari.

Così com’è il Ddl Lorenzin oggi - ricordiamo che il testo di legge è in esame al Senato - rischia di essere un semplice “regalino senza batterie e garanzie”, come denunciato dal rappresentante del Migep Angelo Minghetti.

Per gli OSS è un riconoscimento senza garanzie: l’allarme del MIGEP

A spegnere gli entusiasmi degli OSS per l’approvazione alla Camera dei Deputati ci ha pensato Angelo Minghetti del MIGEP. Questo ha confermato la cancellazione di tutti quegli emendamenti che avrebbero permesso agli OSS di “rivendicare una professione spettante e di diritto”.

Per Minghetti l’approvazione del Ddl Lorenzin non è una vittoria, ma un “fallimento”. Questo perché nel testo mancano quegli emendamenti che avrebbero permesso una revisione delle competenze degli OSS, più una definizione completa del percorso di formazione per l’accesso alla professione.

Gli OSS saranno sì riconosciuti, ma il Ddl Lorenzin manca della parte che avrebbe permesso loro di avere un “albo e un vero ruolo professionale”.

Tutto è stato demandato ad un successivo accordo che dovrà essere stipulato in sede di Conferenza Stato-Regioni, nella quale dovranno essere definiti:

  • ruoli e funzioni degli OSS;
  • percorso di formazione e riconoscimento dei titoli equipollenti;
  • inquadramento contrattuale.

Secondo il Migep il problema sta nel fatto che una volta che il Ddl Lorenzin verrà approvato, si aprirà una fase di contrattazione con le Regioni. Sarebbe stato meglio che - come proposto dal Migep - fosse stato il Ministero della Salute a stabilire gli ambiti di competenza, dal momento poiché con le Regioni “c’è più dispersione e più difficoltà di dialogo”.

Ecco perché gli OSS possono essere contenti per la nascita dell’area delle professioni sociosanitarie - per la quale comunque bisogna attendere l’approvazione del Ddl Lorenzin al Senato - ma non devono smettere di rivendicare i propri diritti.

Il riconoscimento è infatti ancora a metà; il secondo tempo si giocherà in Conferenza Stato-Regioni e non sarà facile portare a casa il risultato sperato. Per adesso - conclude il MIGEP - “si entra nell’area socio sanitaria si entra nudi, senza niente, uguale come adesso”.

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