OSS riconosciuti: niente Area Socio Sanitaria, dietrofront del Ministro della Salute dopo il parere contrario delle Regioni. Manifestazione di protesta il 29 maggio 2017.
OSS riconosciuti, a che punto siamo?
Lo scorso luglio vi abbiamo dato la notizia della nascita dell’Area Socio Sanitaria, prevista con il nuovo documento di indirizzo su “Personale dei livelli-Triennio contrattuale 2016/2018”. Una novità molto attesa dagli Operatori Socio Sanitari i quali speravano che finalmente sarebbe stato riconosciuto il loro ruolo all’interno degli ospedali e delle strutture sanitarie.
Ad un anno dalla presentazione del documento di indirizzo, però, per gli OSS nulla è cambiato.
A questo punto molti OSS si chiedono: a che punto è il riconoscimento della professione? Ad un punto morto, purtroppo. A spegnere l’entusiasmo derivato dalla notizia sulla nascita dell’Area Socio-Sanitaria, infatti, è arrivato un comunicato delle Regioni le quali ad aprile 2017 hanno espresso il loro parere contrario rispetto al riconoscimento degli OSS.
Per le Regioni l’evoluzione professionale degli OSS è pari a quella di un autista soccorritore inserito nei fattori produttivi con un contratto nazionale di lavoro del personale tecnico e dell’amministrativo.
Perché le Regioni continuano ad opporsi al riconoscimento degli OSS? Facciamo il punto della situazione analizzando quanto indicato dalle Regioni nel comunicato inviato al Ministro della Salute e alla Conferenza Stato Regioni lo scorso 20 aprile 2017.
Regioni: OSS equiparati ad autisti soccorritori
Le Regioni hanno espresso parere contrario alla nascita dell’Area Socio Sanitaria per il riconoscimento degli OSS. Queste infatti hanno chiesto sia al Ministero della Salute che alla Conferenza Stato Regioni di equiparare il profilo dell’Operatore Socio Sanitario a quello dell’autista soccorritore.
La proposta delle Regioni è caratterizzata da un modulo di formazione complementare di 120 ore ai quali dovrebbero partecipare gli OSS. Questi poi saranno collocati nei fattori produttivi attraverso la firma di un nuovo contratto nazionale di lavoro nel personale tecnico e amministrativo.
Tuttavia, questa proposta non è ben vista dagli Operatori Socio Sanitari, privati improvvisamente del loro desiderio, più che lecito, di essere riconosciuti. Come rilevato dalla Federazione nazionale delle professioni sanitarie e sociosanitarie (MIGEP) questa proposta rappresenta un passo indietro non solo per la professione degli OSS, ma per tutto il sistema sanitario italiano.
Negli altri Paesi, infatti, il profilo dell’autista soccorritore è ben delineato essendo parte integrante e “imprescindibile” dell’emergenza. In Italia invece non c’è omogeneizzazione, poiché in ogni Regione ci sono delle regole diverse sulla formazione nonostante quella dell’equipe emergenziale sia un ruolo che non può essere minimamente sottovalutato.
In alcune zone sono sufficienti 100 ore, in altre ne sono richieste 800: ecco perché piuttosto che equiparare gli OSS agli autisti soccorritori sarebbe meglio concentrarsi all “salvaguardia dell’istituzione del profilo dell’autista soccorritore attraverso gli stessi modelli europei”.
In effetti è molto difficile equiparare i due profili, viste le differenze sostanziali che ci sono tra le mansioni degli OSS e quelle degli autisti soccorritori.
Per questo motivo il MIGEP ha chiesto alla Ministra della Salute Beatrice Lorenzin il “ritiro immediato” del documento presentato dalle Regioni sull’equiparazione di questi due profili e di rispettare l’impegno preso con il documento di indirizzo su “Personale dei livelli-Triennio contrattuale 2016/2018” così da procedere con il riconoscimento degli OSS.
OSS: il 29 maggio a Roma per protestare contro il mancato riconoscimento
Ad oggi però dal Ministero della Salute non sono arrivate aperture, ecco perché il MIGEP ha indetto una manifestazione a Roma per lunedì 29 maggio.
Nella manifestazione, la quale avrà inizio alle ore 11:00 sotto la sede del Ministero della Salute che si trova a Lungotevere Ripa, gli OSS diranno no alla proposta di equiparazione con il profilo dell’autista soccorritore.
Infatti, vista la loro specificità e competenza gli OSS devono trovare una collocazione idonea nell’ambito dell’Area Socio Sanitaria, come previsto dall’atto di indirizzo.
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