Goldman Sachs continua a consigliare di vendere l’oro nonostante l’ottima performance da inizio anno, ecco il perché.
Circa un mese e mezzo fa Goldman Sachs, colosso bancario americano, aveva avvertito i clienti di vendere l’oro sul pericolo di un crollo delle quotazioni. Mai consiglio fu più errato visto che dal giorno del “suggerimento” del capo delle commodities di Goldman, Jeff Currie, l’oro è salito quasi ai massimi livelli di 3 anni.
Nonostante il metallo prezioso sia stato uno dei migliori asset su cui puntare quest’anno, visti i rialzi ingenti conseguiti con l’aumento dell’avversione al rischio di investori e operatori del mercato, Goldman Sachs ed il capo della divisione commodities continuano a consigliare di vendere l’oro.
Ieri, Currie ha nuovamente ribadito in un’intervista alla CNBC la sua idea, perché Goldman Sachs si oppone così tanto all’oro?
Oro tra i migliori asset del 2016
Il primo trimestre 2016 è stato un periodo da incorniciare per le quotazioni dell’oro. Da inizio anno i futures sul metallo prezioso sono stati tra i migliori performers dei mercati finanziari grazie al ritorno convinto dell’avversione al rischio degli investitori e degli operatori del mercato.
Il sell-off di inizio anno sui mercati ha convinto parecchi operatori a comprare l’oro per rifugiarsi dalle intemperie dei mercati azionari. Tuttavia, Goldman Sachs circa un mese e mezzo fa aveva consigliato ai propri clienti di vendere l’oro.
Oro: Goldman consigliò di vendere tutto a metà febbraio, ecco il risultato
Jeff Currie, capo della divisione commodities della banca d’investimenti USA, è particolarmente convinto di tale consiglio e in un’intervista alla CNBC di ieri ha ribadito nuovamente il concetto.
Nonostante il suggerimento di Goldman di oltre un mese fa sia stato più che errato (come si può vedere dal grafico sottostante), l’istituto a stelle e strisce rimane ancora convinto che la dismissione dell’oro dai portafogli sia la migliore cosa da fare adesso. Perché tutta questa avversione al metallo?
Oro: perché Goldman Sachs consiglia ancora di vendere?
La risposta arriva direttamente da Jeff Currie, convinto che la Fed presto rialzerà i tassi. Goldman ritiene che l’istituto centrale americano non abbia motivo di essere cauto e che procederà con 3 rialzi dei tassi quest’anno, visione completamente contrapposta alla maggior parte delle case d’affari. Perciò, sempre secondo Currie, al primo rialzo dei tassi americani l’oro dovrebbe iniziare a scendere per via dell’effetto che il rialzo avrà sul Dollaro USA.
Con un aumento del valore del Dollaro, è altamente probabile che le quotazioni delle commodity più costose si abbassino per via di un decremento della domanda causato appunto dal maggior valore della moneta statunitense che è la valuta di riferimento tra le materie prime.
Non solo, la stretta monetaria della Fed potrebbe indurre gli investitori in cerca di rendimenti bear (cioé causati da ribassi) a shortare oro, amplificando così il ribasso delle quotazioni.
Petrolio: in una fase stabile, futuro dipende da Doha e USA - Jeff Currie
Parlando del petrolio invece, Currie ritiene che i prezzi potrebbero stabilizzarsi ai livelli attuali almeno finché non ci sarà una diminuzione dell’offerta o finché gli USA non limiteranno la loro produzione.
Lo strategist ritiene che il meeting di Doha sia ancora incerto, pur tuttavia ritenendo che in caso di accordo vero le quotazioni del petrolio torneranno a risalire in modo consistente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA