PD, cosa succede ora dopo le dimissioni di Zingaretti?

Riccardo Lozzi

05/03/2021

Cosa potrebbe succedere nel PD dopo la notizia delle dimissioni da segretario di Nicola Zingaretti: chi potrebbe essere il reggente e i possibili favoriti alle prossime primarie.

PD, cosa succede ora dopo le dimissioni di Zingaretti?

La notizia delle dimissioni da segretario, che Zingaretti ha annunciato sul proprio profilo Facebook, ha creato un clima di caos tra i dirigenti e gli elettori del Partito Democratico.

Non è la prima volta che la maggiore forza di centrosinistra si trova ad affrontare una crisi del genere, dato che ha visto il passaggio di 7 leader diversi nei 13 anni dalla sua nascita, di cui 4 eletti dalle primarie (Veltroni, Bersani, Renzi e lo stesso Zingaretti), e 3 invece in carica da reggenti (Franceschini, Epifani e Martina).

L’interrogativo che in molti si pongono in queste ore è se quello del Presidente del Lazio sia una mossa per farsi rieleggere dall’Assemblea nazionale del 13-14 marzo per acclamazione, oppure se la decisione sia ormai irrevocabile, come fanno sapere fonti a lui vicine.

Ecco quindi quali sono i possibili scenari per il PD dopo le dimissioni di Zingaretti.

PD, gli scenari dopo le dimissioni di Zingaretti

Come è stato ricostruito nelle ultime ore, quasi nessuno all’interno del Partito Democratico si aspettava questa mossa da parte di Zingaretti, il quale ha sorpreso anche alcuni tra i suoi alleati più stretti come Orlando, Bettini e Franceschini.

Neanche il presidente del Consiglio Mario Draghi, rivelano da Palazzo Chigi, aveva ricevuto al riguardo alcuna comunicazione dal Nazareno, non nascondendo quindi la sorpresa di un’azione che potrebbe avere comunque un contraccolpo per il Governo.

Lo stesso Zingaretti sembra aver smentito l’ipotesi di un bluff e una sua possibile ricandidatura a leader del PD, definendo le sue dimissioni irrevocabili e dichiarando ai fedelissimi l’intenzione di dedicarsi completamente al suo mandato da Presidente di Regione.

Un modo per mettere a tacere i sospetti da parte degli avversari interni che, poche ore aver appreso la comunicazione via social, avevano immaginato una mossa furbesca in grado di bloccare fino al 2023 la possibilità di un Congresso.

Pinotti reggente e Bonaccini candidato alle primarie?

Infatti, lo “stillicidio” di cui ha parlato il futuro ex segretario è legato proprio alla richiesta di nuove primarie entro il 2021 da parte della corrente Base riformista guidata dagli ex renziani Lorenzo Guerini e Luca Lotti, i quali hanno accusato Nicola Zingaretti di aver appiattito troppo il partito sulle posizioni del Movimento 5 Stelle.

In questo senso non hanno certamente dato una mano gli ultimi sondaggi che hanno mostrato come Conte alla guida dei grillini avrebbe svuotato il PD di oltre il 4% degli elettori.

Secondo alcune indiscrezioni, ci sarebbe il nome di Roberta Pinotti in pole per il ruolo di “segretario reggente” in attesa della definizione di una data delle primarie, per cui invece la figura più forte sarebbe quella del presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, su cui sembrano pronte a convergere le diverse correnti dem.

Per Zingaretti, invece, si potrebbero aprire le porte del Campidoglio, con la possibilità di presentarsi come candidato sindaco di Roma, magari riuscendo a far convergere su di sé anche i 5 Stelle.

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