Dopo settimane di tumulto, arrivano le dimissioni di Zingaretti da segretario del Partito Democratico.
“Lo stillicidio non finisce”, e Nicola Zingaretti annuncia le sue dimissioni da segretario del Partito Democratico. Lo ha reso noto lui stesso attraverso un post su Facebook. Il presidente della Regione Lazio, eletto due anni fa alla segreteria Dem, decide di fare un passo indietro a causa di quella guerra fra correnti che, da settimane, produce attacchi nei confronti del vertice.
I dirigenti del Partito Democratico sembrano aver colto con sorpresa la notizia, sebbene nelle ultime settimane le polemiche non siano certo mancate: dalla strategia da attuare nell’ambito della crisi di Governo, sino alla mancanza di donne fra i ministri dem del Governo Draghi.
C’è chi nel PD ha già chiesto a Zingaretti di ripensarci: “In un momento così grave e difficile per il Paese il PD ha bisogno che Nicola, che ha sempre ascoltato tutti, rimanga alla guida del partito. Il dibattito interno è fisiologico e non deve essere esasperato. Ritroviamo insieme la strada”, ha detto il capogruppo alla Camera Graziano Delrio all’Ansa.
C’è invece chi già candida Stefano Bonaccini.
PD, Zingaretti si dimette
“Mi vergogno che nel PD, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie”, denuncia Zingaretti annunciando le sue dimissioni.
La notizia arriva in un periodo già turbolento per le forze politiche dell’ex maggioranza, colpita dalla crisi politica avviata da Matteo Renzi. Il Movimento 5 Stelle ha da poco abolito la figura del capo politico, salvo poi mettere la leadership nelle mani dell’ex premier Giuseppe Conte. Il Partito Democratico va ora incontro a un’assemblea nazionale che potrebbe accettare o meno le dimissioni di Zingaretti, ma una profonda ridiscussione del partito non è più rimandabile.
Zingaretti, che rivendica di avercela “messa tutta per spingere il gruppo dirigente verso una fase nuova”, afferma di aver “chiesto franchezza, collaborazione e solidarietà per fare subito un congresso politico sull’Italia, le nostre idee, la nostra visione”. Il congresso, invece verterà sulla leadership.
“Dovremmo discutere di come sostenere il Governo Draghi, una sfida positiva che la buona politica deve cogliere”, dice Zingaretti. E invece “non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni”.
Nelle prossime ore, Zingaretti scriverà alla Presidente del PD, Valentina Cuppi, per dimettersi formalmente. “Io ho fatto la mia parte, spero che ora il PD torni a parlare dei problemi del Paese e a impegnarsi per risolveli. A tutte e tutti, militanti, iscritti ed elettori un immenso abbraccio e grazie”, conclude l’ex segretario.
Dimissioni Zingaretti, le reazioni
Il senatore Luigi Zanda, arrivando al Nazareno, si è detto stupito: “Spero di poterlo incontrare e di parlarci, io non sapevo niente”. L’ex premier Enrico Letta, apprendendo la notizia durante un video-collegamento alla presentazione di un libro dell’economista Laura Pennacchi, ha detto di essere “colpito e un attimo perplesso da quanto sta accadendo”.
Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, su Twitter ha scritto che “se qualcuno adesso si stupirà, sarà il trionfo dell’ipocrisia. La pazienza di una persona democratica come Nicola Zingaretti ha un limite: la lealtà e la condivisione vera di responsabilità”.
Carlo Calenda, leader di Azione, ha ritwittato un suo tweet in cui afferma: “Prendersela oggi con Zingaretti per una scelta condivisa da tutta la classe dirigente del PD e gran parte dell’elettorato è un modo per buttare le polvere sotto il tappeto. Lo dico da fiero avversario politico di quella linea. Fine dell’intromissione”.
Nel PD c’è già chi candida Bonaccini
“Apprezzo moltissimo Stefano Bonaccini, come d’altronde quasi tutti nel PD. Se sceglierà di scendere in campo con una sua proposta politica e se cisaranno energie e risorse disponibili, ben venga. Non possiamo avere paura del confronto tra di noi; l’unica cosa che dobbiamo temere ed evitare ad ogni costo, è quella di stare fermie diventare residuali di fronte ai processi politici”, ha dichiarato la senatrice PD Valeria Fedeli.
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