Aggregare informazioni e diversi conti correnti in un unico luogo consente alle banche di offrire a privati e aziende servizi a valore aggiunto, e di essere consulenti e life coach finanziari attenti alle esigenze del cliente.
La PSD2, la nuova direttiva europea sui pagamenti che ha imposto alle banche di aprire le API ad app terze, ha introdotto nuovi attori nel panorama finanziario: gli AISP.
Acronimo di Account Information Service Provider, gli AISP sono fornitori di servizio con accesso alle informazioni dei conti dei clienti che consentono di aggregare e gestire le carte di istituti diversi in un’unica piattaforma. Essi abilitano anche strumenti che analizzano il comportamento di spesa, trovano offerte competitive per i servizi e permettono di spostare denaro da un conto all’altro con un clic.
Con l’implementazione della PSD2, le banche non hanno più il monopolio sul conto dei loro clienti e non competono più le une con le altre, ma con tutti i sevizi finanziari. Questo perché con la PSD2 ci spostiamo dalle banche ai servizi bancari. La nuova direttiva sui pagamenti pone notevoli sfide economiche: gli istituti di credito tradizionali perdono il loro ruolo dominante e i ricavi ottenuti con i servizi di pagamento, e si sobbarcano costi IT più alti a causa dell’adeguamento ai nuovi requisiti di sicurezza e apertura delle API.
Per far fronte a queste sfide e allo stesso tempo avvantaggiare i clienti, molte banche collaborano già con le fintech concentrandosi sulla centralità dell’utente e delle sue esigenze, e sulla creazione di laboratori di innovazione.
AISP: cosa sono e come funzionano
Per capire meglio cosa sono gli AISP, come funzionano e quali sono le logiche di aggregazione conti e servizi a valore aggiunto per privati e aziende, abbiamo parlato con Paolo Gatelli, Senior Research Manager del CeTIF. Nell’ambito del Digital Banking Hub 2019, programma di ricerca sulla digital transformation delle istituzioni, un tavolo di lavoro è stato dedicato proprio ai servizi AISP.
“Gli AISP sono di fatto prestatori di servizi informativi, aggregatori di dati che, dietro esplicita autorizzazione del cliente, forniscono una visione di insieme delle nostre finanze. In un’unica schermata possiamo vedere tutti i nostri conti e osservare la fotografia del nostro patrimonio complessivo, entrate, uscite e movimenti”, spiega Gatelli. “Ma riuscire ad aggregare informazioni da conti differenti e monitorarli per la banca significa anche conoscere meglio le abitudini finanziarie del cliente, e quindi proporre servizi maggiormente targettizzati, ponendosi come pianificatore finanziario e consulente”.
Un aiuto per gestire e risparmiare i soldi
E dal punto di vista del cliente? Quale beneficio trae dal consentire a una banca di accedere ad altri suoi conti e informazioni (quanto spende al mese, quanto guadagna, ecc...)? “Il vantaggio per il cliente consiste nel poter usufruire di strumenti utili per la gestione delle sue spese e di consigli di risparmio forme di investimento anche innovative, come il crowdlending ad esempio”, chiarisce il ricercatore Cetif.
“Pensiamo alle app di finanza personale, come quelle che aiutano a risparmiare soldi: gli AISP possono ricalcare i concetti di arrotondamento e salvadanaio, proponendo strumenti per mettere da parte somme per un determinato obiettivo o acquisto, e per spostare soldi da un conto all’altro in caso di necessità”.
Ma non solo. Partendo da una visione aggregata del cliente e delle sue finanze, si apre un altro tema di grande interesse per i ricercatori, ovvero la consulenza relativa alle modalità di impiego della liquidità. “Immaginiamo un alert che appare sullo smartphone se quel mese c’è un’entrata maggiore per via di un bonus o di un aumento di stipendio”, chiarisce Gatelli, “e che l’AISP ci suggerisca un particolare prodotto di risparmio o investimento personalizzato, grazie alle informazioni a 360 gradi sulla nostra situazione finanziaria”.
Ma le istituzioni stanno anche ragionando su come i servizi di aggregazione possano essere prodotti standalone, servizi a sé rispetto ai conti correnti. Ad oggi non ci sono casi pratici di applicazione, ma le partnership tra banche e app di aggregazione (come quella tra Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banca Sella, solo per dirne alcune, e Yolt, l’app made in UK più conti e carte in un’unica piattaforma) potrebbero rivelarsi degli acceleratori.
I vantaggi per le aziende
Anche le aziende possono trovare negli AISP Services dei validi alleati per una gestione smart dei flussi di cassa e per far crescere il proprio business. Qui non si tratta tanto dei vantaggi di aggregare i conti, quanto di capire che tipo di servizio a valore aggiunto si può dare a un’azienda grazie a una piattaforma di integrazione.
Grazie alla visione aggregata gli AISP mostrano l’andamento ciclico, suggeriscono consigli sull’operatività, mettono a confronto altre aziende competitor, offrire una view dei mercati di riferimento, le possibili partnership.
O ancora, un’azienda di import export può ottenere consulenza sull’affidabilità delle banche delle controparti, i potenziali clienti più interessanti, le logiche di credito verso l’estero e così via.
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Questo articolo fa parte delle Guide della sezione Money Academy.