Aumentano sempre di più i super ricchi che acquistano i passaporti d’oro per aggirare le limitazioni imposte dai governi per il Covid. Ecco quanto pagano e quali sono le mete più ambite.
La pandemia da Covid-19 che stiamo vivendo ha un notevole impatto anche sulla possibilità di spostarsi da un Paese all’altro. Questa difficoltà però non vale per i più ricchi, i quali utilizzano un nuovo metodo per poter attraversare i confini: l’acquisto dei passaporti d’oro.
Non sono solo i ricchi cinesi a migrare segretamente in Europa, ma i milionari di tutto il mondo si stanno spostando in altri Paesi per poter usufruire di vantaggi fiscali e, a causa del coronavirus, anche di assistenza sanitaria.
Passaporti d’oro: così i ricchi scappano dal Covid-19
Così i Paesi più ambiti dove spostare la propria famiglia (e il proprio patrimonio) stanno radicalmente cambiando, ed è presente un vero e proprio tariffario a seconda della nuova cittadinanza che si desidera acquisire.
Ufficialmente tale programma è stato denominato citizen-by-investment, ovvero “cittadinanza per programmi di investimento”.
Questo vede il Regno Unito con il prezzo più alto di 2,6 milioni dollari, mentre per gli stati caraibici Dominica e Santa Lucia il costo previsto è di “soli” 100 mila dollari.
Le mete più ambite
La crisi pandemica ha fatto lievitare le domande per Australia e Nuova Zelanda grazie alle loro politiche sanitarie efficaci nei confronti del virus.
Diventano quindi sempre più ambiti i Paesi in cui si sono riscontrati pochi casi di coronavirus. Si tratta perlopiù di Stati insulari nei Caraibi o nel Pacifico.
Troviamo un ulteriore motivo nell’acquisto di nuovi passaporti, ovvero la possibilità di veder ridotti i divieti di movimento tra le varie nazioni presenti allo stato attuale.
Non essendoci una certezza di quando il blocco terminerà, i milionari del pianeta cercano di conquistare la cittadinanza che gli permetta la mobilità maggiore.
Per questo motivo negli anni, ma soprattutto negli ultimi mesi, Cipro, Montenegro e Malta hanno visto crescere sempre di più le adesioni al loro programma, poiché viene garantita la libera circolazione nell’Unione Europea.
I rischi per i Paesi ospitanti
I fautori di questa pratica sostengono che essa sia una situazione vantaggiosa per tutti, legata al fatto che i “nuovi cittadini” facoltosi investono nel Paese, il quale potrà contare su risorse fresche.
Tuttavia, sono in molti a contestare una situazione del genere. Tra questi anche Transparency International, la ONG che monitora i fenomeni di corruzione a livello globale.
Secondo l’Organizzazione, non viene effettuato uno screening completo da parte delle istituzioni nazionali che favoriscono l’accesso a individui con giri di affari non completamente trasparenti.
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