A causa dell’emergenza Coronavirus si prevede un aumento al ricorso della misura di pensione anticipata Quota 100. Penalizzate le lavoratrici donne.
Se da una parte nei giorni scorsi erano circolate voci secondo le quali con il prossimo Def il destino della Quota 100, la misura di pensione anticipata attualmente prevista come misura sperimentale 2021, sarebbe incerto a causa della necessità del Governo di sbloccare risorse per fronteggiare l’attuale emergenza economica e sanitaria, dall’altra sembrerebbe che, contro le previsioni iniziali, potrebbero essere molti i lavoratori che decideranno di fare ricorso a tale misura.
I numeri del primo trimestre, come da previsioni, risultano essere in calo: rispetto al 2019 sono inferiori le richieste di pensione anticipata tramite Quota 100 nei mesi di gennaio, febbraio e marzo.
Tuttavia il perdurare della crisi e la difficoltà di molti imprenditori di proseguire la propria attività potrebbero portare molti lavoratori, che abbiano compiuto i 62 anni di età e abbiano 38 anni di contributi versati, a farvi ricorso proprio quest’anno.
Discorso a parte per le lavoratrici donne che, a causa della discontinuità delle carriere professionali, faticano a raggiungere i requisiti necessari per poter usufruire della pensione anticipata.
Quota 100, le stime del 2020
Le stime fatte inizialmente, per quanto riguarda il ricorso a Quota 100 nel 2020, parlavano di un trend potenzialmente in calo.
Con il maggior peso del sistema contributivo sul 65 per cento delle pensioni e, di conseguenza, con un taglio nell’assegno pensionistico di circa il 10% dell’importo, si era stimato che nel 2020 avrebbero fatto ricorso alla pensione anticipata tramite Quota 100 circa la metà di lavoratori in meno rispetto al 2019.
L’emergenza Coronavirus in Italia, e la crisi economica che ne è conseguita, hanno però invertito la tendenza: il taglio del meccanismo contributivo, il cumulo dei redditi e, in molti casi, l’impossibilità di proseguire la propria attività lavorativa fino ai 67 anni porterà a un incremento di richieste di pensione anticipata tramite Quota 100.
Pensione anticipata: ancora una volta penalizzate le donne
Nel quadro prospettato per il ricorso alla pensione anticipata nell’arco del 2020 ancora una volta risultano penalizzate le donne che, a causa della difficoltà a conciliare vita professionale e vita familiare, faticano a raggiungere i requisiti necessari al raggiungimento della Quota 100.
Se nel primo trimestre del 2020 è stato registrato l’aumento per gli uomini di 702 trattamenti previdenziali nell’età dai 60 ai 64 anni (dei quali gran parte è strutturato nella Quota 100), per le donne è stato segnato un -45 nel ricorso alla misura (dall’inizio della sperimentazione ne hanno beneficiato il 30 per cento in meno rispetto agli uomini).
Quali sono le soluzioni prospettate per aiutare le lavoratrici donne nel raggiungimento della pensione anticipata? Già da molto tempo si discute sulla possibilità di riconoscere i lavori di cura o di prevedere uno sconto sul requisito contributivo per tutte le donne che hanno figli.
La situazione, per il momento, rimane però incerta. La discussione sulla riforma delle pensioni, infatti, è attualmente ferma e solo quando ripartiranno i tavoli di confronto tra Governo e sindacati sarà possibile capire quale futuro attende le lavoratrici donne.
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