Riforma delle pensioni: in futuro potrebbe esserci Quota 92 al posto di Quota 100. Con questa misura si potrebbe andare comunque in pensione all’età di 62 anni (ma accettando una penalizzazione dell’assegno).
Tra le proposte di riforma delle pensioni presentate in questi giorni a suscitare maggiore attenzione - e consensi - è quella presentata dal senatore dem Tommaso Nannicini, riguardante l’introduzione di una nuova Quota 92.
Una proposta che nelle intenzioni di Nannicini dovrebbe prendere il posto di Quota 100 una volta che questa misura verrà archiviata (la scadenza è fissata al 31 dicembre 2021), così da dare maggiore flessibilità in uscita ai lavoratori.
Una misura che risulterebbe persino migliore di Quota 100 in quanto avrebbe un costo più contenuto. Sul fronte lavoratori, Quota 92 richiede meno contributi rispetto a Quota 100, senza ritardare la data del pensionamento di due anni.
Vediamo quindi quali sono i requisiti previsti per l’accesso a questa misura e per quale motivo Quota 92 sarebbe maggiormente sostenibile per le casse dello Stato.
Quota 92: chi potrebbe anticipare l’accesso alla pensione e di quanto
Con Quota 92 i lavoratori potrebbero accedere alla pensione all’età di 62 anni, al pari di quanto previsto oggi da Quota 100. Questa rappresenterebbe un’importante occasione di flessibilità, in quanto si potrebbe smettere di lavorare con cinque anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia.
Rispetto a Quota 100, però, Quota 92 sarebbe accessibile ad un numero maggiore di beneficiari, poiché sono richiesti “solamente” 30 anni di contributi (mentre per la misura introdotta dal precedente Governo Conte ne servono almeno 38 anni).
Questo requisito contributivo fa sì che anche per le lavoratrici sia più semplice anticipare l’accesso alla pensione. Storicamente, infatti, per le donne arrivare a maturare molti anni di contributi - come quelli richiesti da Quota 100 - è alquanto difficile; ecco perché, come dimostrano i dati Inps, le donne che hanno potuto ricorrere a questa misura sono una minoranza.
Quota 92 costerebbe di meno di Quota 100: vediamo perché
Come noto, Quota 100 non prevede alcuna penalizzazione sulla pensione; se l’importo della pensione è più basso, infatti, è solo perché lavorando per meno anni l’interessato matura meno contributi (diminuendo così il monte contributivo utilizzato ai fini del calcolo).
Non sarà così, però, per Quota 92: la proposta depositata da Tommaso Nannicini, infatti, prevede una penalizzazione ben precisa per coloro che decidono di anticipare l’accesso alla pensione. Nel dettaglio, per Quota 92 si applica lo stesso strumento previsto per Opzione Donna, ossia il ricalcolo totale dell’assegno di pensione con il sistema contributivo, anche per la quota che rientrerebbe nel calcolo retributivo.
Per anticipare la pensione a 62 anni, quindi, bisognerebbe accettare una riduzione dell’assegno, variabile a seconda della situazione contributiva dell’interessato; più sono i contributi maturati nel regime retributivo, infatti, e più la penalizzazione si farebbe sentire.
© RIPRODUZIONE RISERVATA