Pensione anticipata: si può lavorare durante la finestra di uscita?

Teresa Maddonni

24 Dicembre 2019 - 06:59

Chi vuole la pensione anticipata si sta forse chiedendo se è obbligato a lavorare durante la finestra di uscita. Vediamo se ci si può astenere dal lavoro e soprattutto quanto conviene.

Pensione anticipata: si può lavorare durante la finestra di uscita?

La pensione anticipata è un’opzione che molti scelgono, ma una domanda può sorgere spontanea: si può lavorare durante la finestra di uscita?

La pensione anticipata, per la quale restano anche per il 2020 i requisiti validi nel 2019, prevede una finestra mobile di uscita di 3 mesi dal raggiungimento dei requisiti alla decorrenza della pensione.

Lo stesso discorso vale per la nuova misura, che ha ormai quasi un anno, Quota 100 del primo governo Conte per la quale però la finestra di uscita è più ampia.

O ancora per Opzione donna che è stata prorogata, con una quasi totale certezza, per il prossimo anno come previsto dalla Legge di Bilancio 2020.

Per la formula di pensione anticipata riservata alle lavoratrici la finestra mobile è ancora più ampia. Ma vediamo allora se si può lavorare durante la finestra di uscita, se obbligatorio oppure no.

Pensione anticipata: lavorare durante le finestre d’uscita si può

Per la pensione anticipata sono previste delle finestre d’uscita durante le quali lavorare si può, ma non è obbligatorio per il lavoratore. La pensione anticipata permette di congedarsi prima dal lavoro senza la necessità che si sia arrivati a 67 anni, limite stabilito per la pensione di vecchiaia. Alla pensione anticipata possono accedere:

  • uomini con 42 anni e 10 mesi di contribuzione;
  • donne con 41 anni e 10 mesi di contribuzione.

Per coloro che rientrano interamente nel calcolo contributivo è prevista un’altra opzione vale a dire 20 anni di contributi e un minimo di 64 anni di età. Per la pensione anticipata è stata introdotta la finestra di uscita di 3 mesi.

Per quanto riguarda le altre due forme di pensionamento anticipato confermate nella Legge di Bilancio 2020 che tuttavia deve ancora essere approvata, Quota 100 e Opzione donna, le finestre di uscita dal raggiungimento dei requisiti alla decorrenza della pensione sono molto più ampie.

  • Quota 100: per andare in pensione servono 62 anni di età e 38 di contributi. La finestra mobile anche in questo caso è di 3 mesi, ma diventa di 6 nel caso dei dipendenti pubblici che sono tenuti anche al preavviso;
  • Opzione Donna: per andare in pensione anticipata servono 58 anni di età e 35 anni di contributi. In questo caso la finestra mobile è di 12 mesi. Diverso discorso per le autonome che possono accedere alla pensione anticipata con 59 anni di età e 35 di contributi e per le quali la finestra mobile è di 18 mesi.

La finestra di uscita è il tempo che intercorre tra il raggiungimento dei requisiti e la decorrenza della pensione. Il lavoratore in questo periodo di tempo, che può essere a seconda delle opzioni che abbiamo visto di 3, 6, 12 o 18 mesi, non è obbligato a lavorare, ma è comunque sempre consigliabile, vediamo perché.

Perché lavorare durante la finestra di uscita per la pensione anticipata

Lavorare durante la la finestra di uscita per la pensione anticipata non è obbligatorio come abbiamo detto, ma è consigliabile.

Il lavoratore può astenersi dal lavoro tra il raggiungimento dei requisiti per la pensione anticipata e la decorrenza della stessa, ma deve essere consapevole che in quel lasso di tempo non percepirà né uno stipendio né tantomento l’assegno pensionistico.

Inoltre lavorare nella finestra di uscita può essere davvero vantaggioso perché questo comporta un aumento dei contributi maturati e quindi, anche se di poco, l’assegno pensionistico sarà maggiore.

Se pensiamo a Opzione donna si tratta di un anno o un anno e mezzo in più di contributi che non sono affatto pochi.

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