Pensione opzione donna dopo dimissioni: attenzione ai requisiti

La pensione con il regime sperimentale opzione donna richiede precisi e vincolanti requisiti che devono essere stati raggiunti entro il termine previsto dalla proroga contenuta nella Legge di Bilancio 2020.

Rispondiamo ad una lettrice di Manney.it che ci scrive:

“Ho 25 anni di contributi e 59 anni a dicembre. Svolgo il lavoro di collaboratrice scolastica e sono molto stanca, sia fisicamente che mentalmente. Se rimane opzione donna, posso licenziarmi e pagare per i contributi che mi restano? Grazie. Avrei comunque qualcosa da parte perché sto facendo una pensione integrativa”

leggi anche

Reddito di cittadinanza 2023: nuove regole, importi, scadenze e fino a quando fare domanda

Pensione opzione donna con contributi volontari

Non ci sono, al momento, notizie certe di una possibile proroga dell’opzione donna e con la normativa attualmente in vigore lei non potrebbe accedervi visto che non ha maturato i 35 anni di contributi richiesti entro il 31 dicembre 2019.

In ogni caso anche se la misura diventasse strutturale non potrebbe accedervi in ogni caso neanche se decidesse di versare i contributi volontari mancanti.

Per accedere alla misura, infatti, le mancano 10 anni di contributi e la prosecuzione volontaria non permette il versamento in un’unica soluzione di 10 anni di contributi.

Il versamento dei contributi volontari, infatti, non può avvenire per periodi pregressi già coperti da contribuzione (è consentito coprire, eventualmente, soltanto i 6 mesi che precedono la domanda di autorizzazione al versamento nel caso siano privi di contributi). Il pagamento avviene trimestralmente e solo per il trimestre in corso.

In questo modo, quindi, per versare 10 anni di contributi volontari impiegherebbe 10 anni circa, arrivando a compiere i 69 anni e andando ben oltre l’età anagrafica necessaria per accedere alla pensione di vecchiaia.

«Se hai dubbi e domande contattaci all’indirizzo email chiediloamoney@money.it»