I requisiti per pensionarsi sono essenzialmente due: l’età anagrafica ed i contributi versati, ma quale conta di più?
Pensione di vecchiaia o anticipata, queste le forme che permettono di lasciare il lavoro per la quiescenza. Ma a contare maggiormente per l’accesso alla pensione sono gli anni compiuti o quelli lavorati? Molta è la confusione dei lavoratori dettata anche, e soprattutto, dalle molteplici misure che la normativa prevede.
Rispondiamo ad un lettore di Money.it che ci scrive:
“ Buongiorno, in questi mesi ho letto di tutto circa le varie ipotesi pensionistiche, purtroppo riscontro che gli anni di lavoro, ovvero i contributi versati, effettivi siano meno importanti dell’età anagrafica.
In questa maniera si premia chi lavora di meno,e ha versato meno nella sua carriera professionale
, ma avendo l’età anagrafica dalla sua parte, va in pensione.
Inorridisco,.... dal momento che le pensioni vengono pagate da chi lavora. È mai possibile che non ci siano formule pensionistiche a favore di chi ha accumulato anni di lavoro e stop, senza aggiungere età anagrafica?.
Non è normale che uno abbia all’ attivo 38 anni di contributi e 54 anni di età debba lavorare altri 10 anni per prendere ciò che è già suo e debba andare in pensione dopo 48 anni di lavoro e intorno a lui girano persone che hanno lavorato solo 35 anni.”.
Pensione e requisiti
Non è proprio come lei pensa. Ci sono delle misure, infatti, che permettono l’accesso alla pensione indipendentemente dall’età, come la quota 41 precoci e la pensione anticipata ordinaria. Per queste due misure non è richiesto compiere una determinata età ma contano soltanto i contributi versati e premiano, di fatto, chi ha iniziato a lavorare molto presto ed ha versato molti anni di contributi.
Ci sono altre misure, poi, che richiedono di soddisfare sia il requisito anagrafico che quello contributivo, richiedendo però meno anni di contributi. Ma è da tenere presente, oltre a tutto il resto, che l’assegno pensionistico è determinato soprattutto dai contributi versati e più, quindi, si versa, maggiore sarà l’importo della propria pensione.
In ogni caso, come le dicevo in apertura, esistono ben due tipi di pensionamento dedicati a chi ha accumulato tanti anni di lavoro che non tengono conto dell’età anagrafica e nello specifico sono:
- la pensione quota 41 dedicata a chi ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni di età (che richiede almeno 12 mesi di contributi versati prima di compiere 19 anni) e si riconosce in uno dei profili di tutela (disoccupati, caregiver, usuranti, gravosi e invalidi) che, indipendentemente dall’età permette di accedere alla maturazione dei 41 anni di contributi
- la pensione anticipata ordinaria che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi agli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi alle donne, senza tenere conto dell’età.
Nel suo caso, quindi, avendo versato 38 anni di contributi non deve lavorare altri 10 anni ma le basta raggiungere o 41 anni di contributi se rientra nella quota 41 oppure 42 anni e 10 mesi di contributi per potersi pensionare. E stia tranquillo, a parità di stipendio, la sua pensione sarà sicuramente più alta di chi accede con soli 35 anni di contributi.
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