Per la pensione dei professionisti è previsto il riscatto del praticantato, oltre a quello della laurea, per il quale bisogna far riferimento alla propria cassa professionale. Vediamo come funziona.
Per la pensione dei professionisti il riscatto del praticantato è possibile, ma come funziona?
Abbiamo parlato del riscatto della laurea, come anche quello agevolato dal quale però inizialmente restavano fuori i professionisti iscritti a casse professionali.
Con la circolare INPS n.6 del 22 gennaio 2020 è stata ampliata la platea di beneficiari per il riscatto della laurea agevolato introdotto con il decreto 4/2019 e quindi anche i professionisti che hanno almeno 15 anni di contributi Inps possono optare per la forma agevolata.
Per la pensione dei professionisti e quindi per il montante contributivo sul quale andare a calcolare l’importo dell’assegno finale è possibile anche il riscatto del praticantato obbligatorio che, è bene ricordare, seppur non previsto dall’INPS è previsto altresì dalle casse previdenziali di riferimento.
Vediamo come funziona il riscatto del praticantato obbligatorio per la pensione dei professionisti.
Pensione professionisti: come funziona il riscatto praticantato
Per la pensione dei professionisti il riscatto del praticantato obbligatorio è possibile così da aumentare l’anzianità contributiva nelle singole casse di riferimento.
Vediamo allora come funziona ricordando che questa possibilità non è prevista dall’INPS se non per i promotori finanziari.
Questi ultimi infatti hanno la propria gestione presso l’ente previdenziale pubblico, quella dei commercianti, e possono richiedere il riscatto che avviene con calcolo percentuale o riserva matematica.
Seppur non previsto dall’Inps i professionisti possono aumentare l’importo finale della loro pensione riscattando il praticantato presso la cassa di riferimento in cui versano i contributi.
Per i consulenti del lavoro per esempio, il riscatto del praticantato è previsto nel regolamento dell’ente previdenziale di categoria, l’Enpacl. I consulenti del Lavoro possono, secondo tale regolamento, riscattare il praticantato per un periodo massimo non superiore ai 18 mesi. E così, per fare qualche altro esempio, il periodo di riscatto del praticantato è di:
- 3 anni per la Cassa Commercialisti (Cnpadc);
- 2 anni per la Cassa Geometri (nel periodo di iscrizione al registro dei praticanti);
- 3 anni per la Cassa Ragionieri;
- 3 anni per la Cassa Forense;
- per il periodo di iscrizione all’albo dei praticanti da parte dei giornalisti di 18 mesi.
Questi sono solo alcuni dei professionisti per i quali è possibile il riscatto del praticantato ai fini della pensione. Vediamo a quanto ammonta l’onere di riscatto.
Pensione professionisti: il costo del riscatto praticantato
Vediamo a questo punto quanto costa il riscatto del praticantato ai fini contributivi per la pensione finale dei professionisti.
Come per il riscatto della laurea, anche se pensato nella sua forma agevolata, anche quello del praticantato prevede un onere di riscatto per l’appunto.
Facciamo qualche esempio. Partiamo dalla prima categoria professionale che abbiamo prima considerato, quella dei consulenti del lavoro che come abbiamo visto possono riscattare presso Enpacl un periodo massimo di 18 mesi.
In particolare l’ente previdenziale ammette che «i periodi contributivi da riscattare non devono essere coincidenti con altri maturati presso l’Enpacl o presso altre gestioni previdenziali obbligatorie.» In questo caso l’onere di riscatto per i contributi necessari alla pensione del consulente del lavoro è così definito:
- per periodi fino all’anno 2012 l’onere di riscatto si calcola con la riserva matematica;
- per periodi dall’anno 2013 l’onere del riscatto è pari, per ogni anno, al contributo soggettivo minimo in vigore al momento della domanda di riscatto. Si può rateizzare la somma periodo massimo di 5 anni.
Gli avvocati anche possono riscattare presso la Cassa Forense il periodo massimo di 3 anni di praticantato. Come per i consulenti del lavoro l’onere di riscatto si calcola con la riserva matematica e il valore non può essere, neanche in questo caso, inferiore ai contributi minimi previsti nell’anno in cui si presenta la domanda. In questo caso anche l’importo dovuto è rateizzabile per un massimo di 10 anni.
Per i ragionieri invece per periodi anteriori al 1° gennaio 2004 per il calcolo dell’onere si applica la riserva matematica. Per i periodi da riscattare successivi al 31 dicembre 2003 la somma, a scelta del richiedente, sarà pari:
- all’importo del contributo soggettivo minimo dovuto per l’anno di presentazione della domanda in relazione al periodo riscattato;
- all’importo determinato applicando al reddito effettivo prodotto nell’anno precedente a quello in cui viene fatta la domanda di riscatto l’aliquota scelta dal richiedente fra quelle previste per il versamento del contributo soggettivo nell’anno della domanda.
Questi sono solo alcuni esempi, per avere informazioni circa l’onere di riscatto del praticantato ai fini della pensione i professionisti possono far riferimento al regolamento della singola cassa di previdenza.
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