Pensioni: la Fornero spiega le motivazioni della riforma del 2011 (e non c’entra l’UE)

Antonio Cosenza

22/06/2020

Riforma Fornero voluta dall’Unione Europea? La diretta interessata smentisce la Lega: «Senza quella riforma non avremmo potuto pagare le pensioni in essere».

Pensioni: la Fornero spiega le motivazioni della riforma del 2011 (e non c’entra l’UE)

Pensioni, ultime notizie: a quasi dieci anni dalla riforma che ha cambiato per sempre il nostro sistema previdenziale, l’allora Ministro del Lavoro - Elsa Fornero - ha fatto chiarezza sul perché il Governo Monti fu costretto a prendere una tale decisione.

Ricordiamo che la riforma Fornero ha incrementato l’età pensionabile - specialmente per le donne - prevedendo tra l’altro dei meccanismi che ne riducono l’importo dell’assegno. È anche causa Legge Fornero - così come delle riforme realizzate prima di quella - che nei prossimi anni si andrà in pensione sempre più tardi e con assegni più bassi rispetto alle attese. Ed eliminarla non sarà affatto semplice, visto che per un ritorno al passato - al momento piuttosto inverosimile nonostante il Governo, prima dell’esplosione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, ne aveva manifestato l’intenzione - servirebbe investire una somma molto alta che al momento lo Stato non può assolutamente permettersi.

I giorni che portarono all’approvazione della riforma Fornero sulle pensioni furono molto confusi ed è per questo che ancora oggi non è chiaro il motivo che ha portato il Governo Monti ad aumentare i requisiti per l’accesso alla pensione. C’è chi attribuisce la colpa all’Unione Europea che avrebbe manovrato quel Governo affinché prendesse decisioni da loro suggerite; tant’è che questi trovano dei parallelismi su quanto sta succedendo oggi, ad esempio con MES e Recovery Fund.

Ma c’è davvero l’Unione Europea dietro alla riforma Fornero? Ecco quanto spiegato dalla diretta interessata.

Riforma Fornero voluta dall’Unione Europea?

Non è un segreto che l’Unione Europea sia da tempo favorevole ad un innalzamento dei requisiti per l’accesso alla pensione per rendere la spesa previdenziale maggiormente sostenibile.

Ed è per questo che molti ritengono sia stata la stessa Unione Europea a suggerire come fare per tagliare la spesa previdenziale al Governo Monti. A tal proposito nei giorni scorsi un attacco nei confronti della riforma Fornero è stato mosso nell’aula della Camera dei Deputati: è stato Riccardo Molinari, capogruppo della Lega, il quale ha individuato dei parallelismi tra le richieste che oggi ci arrivano dall’Unione Europea - in particolare riguardo al Recovery Fund - e quanto successo nel 2011. Nel dettaglio, questo ha spiegato che:

La riforma Fornero delle pensioni era una riforma bella? Anche quella era chiesta dall’Europa. La patrimoniale è una riforma bella? Io non credo, ma le riforme che hanno in mente penso che siano queste.

Secondo Molinari, che quindi potrebbe farsi portatore del pensiero di buona parte della Lega, la riforma del 2011 è stata opera dell’Unione Europea; la Fornero, però, lo smentisce facendo chiarezza sulle motivazioni che si celano dietro alla decisione di tagliare i costi del sistema pensionistico.

Riforma pensioni 2011: la Fornero spiega perché era necessaria

L’allora Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha risposto a Molinari durante il programma Tagadà in onda su La7. Come prima cosa questa ha spiegato che 10 anni dopo si parla ancora della sua riforma in quanto “elettoralmente è comodo trovarsi dei nemici”. Una volta si attacca l’Unione Europea, un’altra gli immigrati; “talvolta il colpevole può anche essere una persona singola, che ha dato il nome a una riforma che nessuno voleva, ma che era assolutamente necessaria”.

Secondo la Fornero, quindi, il Governo Monti non aveva altra possibilità che quella di tagliare la spesa previdenziale introducendo dei requisiti più duri per il calcolo della pensione e per il conseguimento della stessa. Riforma che - sottolinea la Fornero - non è stata voluta dall’Unione Europea e non è stata studiata per compiacere i poteri forti.

In realtà la riforma è stata attuata in un momento storico particolare, quando la “crisi del debito era ben diversa rispetto alla crisi attuale legata all’emergenza sanitaria”. Una riforma necessaria, in quanto senza di quella c’era il rischio concreto di non poter pagare le pensioni in essere.

Ed è per quel motivo che il Governo italiano ha dovuto realizzare una tale riforma - che ancora oggi, a distanza di quasi dieci anni, è oggetto continuo di discussione - così da “ridare credibilità al nostro Stato quanto alla possibilità di ottenere credito”.

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