Pensioni: aumento in arrivo con il decreto Agosto sulla base della sentenza della Corte Costituzionale n.152 pubblicata in Gazzetta lo scorso 22 luglio e secondo quanto stabilito dal decreto Rilancio. Si tratta degli assegni per invalidi civili totali, ma per alcuni non basta.
Pensioni: arriva l’aumento nel decreto Agosto e riguarda nel dettaglio quelle d’invalidità.
La decisione di creare un articolo ad hoc, il 15- Disposizioni in termini di trattamenti pensionistici in favore di soggetti disagiati nel decreto che vale 25 miliardi è conseguente a una sentenza della Corte Costituzionale.
Possiamo dire che l’aumento delle pensioni nel decreto Agosto si basa sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha definito illegittimo l’importo dell’assegno d’invalidità e il conseguente fondo di 48 milioni di euro previsto dal decreto Rilancio convertito per gli invalidi civili totali.
Con il nuovo decreto Agosto il fondo è incrementato così che le pensioni possano aumentare da 286,81 euro a 651,51 euro.
Pensioni, aumento nel decreto Agosto: la sentenza
Per capire l’aumento delle pensioni quale piega prende nel decreto Agosto, quelle di invalidità civile lo ricordiamo, bisogna vedere in che termini si è espressa la Corte Costituzionale con la sentenza pubblicata lo scorso 22 luglio 2020 in Gazzetta Ufficiale. Il diritto all’aumento delle pensioni che dovrebbe passare per gli invalidi civili al 100% dai 286,81 euro del 2020 e arrivare a 651,51 euro.
La sentenza della Corte Costituzionale stabilisce l’illegittimità dell’assegno di invalidità civile perché troppo basso per garantire alle persone non autosufficienti una vita dignitosa. La sentenza della Consulta si riferisce però agli invalidi civili al 100%. La soglia reddituale stabilita, al di sotto della quale viene riconosciuto l’aumento della pensione secondo la Consulta è:
- per l’anno 2020 di 8.469,63 euro per il pensionato solo;
- di 14.447,42 euro per il pensionato coniugato.
Nel decreto Agosto per gli invalidi civili totali al 100%, quindi inabili al lavoro, ciechi assoluti e sordomuti è riconosciuto l’aumento della pensione che avrà valenza retroattiva con il diritto maturato dal 23 luglio 2020.
Non solo, dato il riconoscimento della sua illegittimità, viene modificato anche il requisito anagrafico che passa da 60 anni a 18 anni di età.
Si legge pertanto nella sentenza della Corte Costituzionale:
“La semplice comparazione con gli importi riconosciuti per altre provvidenze, avvinte da analoga matrice assistenziale e prospettate come grandezze di raffronto, conferma che la misura della pensione di inabilità non è idonea a soddisfare la soglia (non già del solo minimo «adeguato» riconosciuto ai lavoratori dall’art. 38, secondo comma, Cost., ma) dello stesso minimo vitale per far fronte alle esigenze primarie e minute della quotidianità - ossia alle pure esigenze alimentari - quale nucleo indefettibile di garanzie spettanti agli inabili totali al lavoro.”
Tuttavia per molti l’aumento delle pensioni così pensato, solo per gli invalidi al 100% non sarebbe sufficiente perché lascerebbe fuori molti.
Aumento pensioni: non solo per invalidi al 100%
C’è chi chiede che l’aumento delle pensioni nel decreto di Agosto non sia solo per gli invalidi civili al 100% perché non sarebbe sufficiente. A volere una riforma più profonda è, per esempio, il presidente nazionale dell’ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) Nazaro Pagano, che qualche tempo fa, commentando la sentenza della Consulta ha dichiarato:
“L’aumento della pensione riguarderebbe infatti in tal modo solo gli invalidi civili totali, fra i 18 e i 60 anni, con redditi inferiori o pari a 6.713,98 euro su base annua. Una soglia reddituale, questa, che giudichiamo inaccettabile, perché troppo bassa e che riteniamo debba essere comunque parametrata al limite di reddito annuo di 16.984,79 euro, previsto oggi per accedere alla pensione di invalidità. Inoltre chiediamo che l’incremento pensionistico riguardi anche coloro che hanno un grado di invalidità inferiore al 100%.”
Vediamo come nelle dichiarazioni qui riportate vi sia un po’ di confusione sui limiti reddituali, senza contare che anche la somma della pensione di invalidità aumentata è stata oggetto di cattive interpretazioni nei giorni scorsi.
Certamente il presidente di ANMIC chiederebbe oggi che anche le pensioni degli invalidi tra il 74% e il 99% vengano aumentate perché pur potendo questi lavorare fanno difficoltà a trovare un impiego.
Tuttavia questo avrebbe un costo, anche se il fondo introdotto dal decreto Rilancio dovrebbe essere rimpinguato con il decreto di Agosto. A oggi secondo le stime gli invalidi al 100% che avrebbero diritto all’aumento della pensione nei limiti reddituali stabiliti sono 120mila, laddove in totale sarebbero 530mila.
Per i 120mila euro l’anno la spesa annuale per le pensioni di invalidità con l’aumento verrebbe incrementata di 360 milioni. Secondo invece le stime del Centro Studi Itinerari Previdenziali, il costo dell’aumento delle pensioni per tutti gli invalidi civili che sono 980milioni verrebbe incrementato di 2,9 miliardi di euro, che per il suo presidente Alberto Brambilla sarebbe insostenibile.
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