Al Ministero del Lavoro arriva Andrea Orlando (PD): in attesa delle sue decisioni su pensioni e Reddito di Cittadinanza, ecco qual è il suo pensiero a riguardo.
Pensioni e Reddito di Cittadinanza: cosa cambia con Orlando al Ministero del Lavoro?
Andrea Orlando è il nuovo Ministro del Lavoro e già da oggi questo ha in programma un incontro con le parti sociali per decidere in merito ai temi più delicati e importanti per il Paese. Pensiamo ad esempio al blocco dei licenziamenti, ma anche alle pensioni e agli ammortizzatori sociali.
Ricordato come uno dei migliori Ministri della Giustizia degli ultimi anni, per Andrea Orlando adesso c’è la sfida rappresentata dal Ministero del Lavoro, il quale avrà un ruolo di fondamentale importanza in questa fase.
Orlando erediterà da Nunzia Catalfo il fascicolo sulla riforma delle pensioni, mentre a lui sarà affidato il compito di rivedere il Reddito di Cittadinanza. Ed è proprio rispetto a questi due temi che c’è molta curiosità da parte dei cittadini, i quali attendono di sapere quali scelte verranno prese. A tal proposito, abbiamo provato a riassumere il pensiero di Orlando rispetto a pensioni - in particolare a Quota 100 - e Reddito di Cittadinanza analizzando alcune delle sue dichiarazioni a riguardo.
Pensioni: il pensiero di Orlando su Quota 100
Rispetto al tema delle pensioni non ci sono molte dichiarazioni di Andrea Orlando. Tuttavia, possiamo rassicurare coloro che temono che un Governo Draghi possa in qualche modo mettere mano agli importi degli assegni. In passato, infatti, Orlando è stato molto critico rispetto alle decisioni del Governo Conte uno di tagliare gli importi delle pensioni d’oro e di rivedere le percentuali per la rivalutazione delle pensioni. Qui un tweet che lo dimostra:
Ripetiamolo lentamente e scandendo bene le parole,ogni volta che si può.
Lega e 5stelle hanno tagliato le pensioni.— Andrea Orlando (@AndreaOrlandosp) May 23, 2019
L’attuale Ministro del Lavoro si è anche detto molto critico rispetto a Quota 100, misura che in ogni caso è destinata a sparire dal 1° gennaio 2022. Secondo Orlando, infatti, la misura di flessibilità introdotta dal Governo Lega-M5S “è una lotteria” in quanto “penalizza le donne e tutti i lavoratori che hanno vuoti contributivi”.
Ad Orlando spetterà comunque pensare al dopo Quota 100, discutendo con i sindacati di una misura che possa evitare lo scalone di cinque anni tra il 2021 e il 2022. Nel dossier lasciato in eredità dalla Catalfo è sottolineata la voce Quota 102, ma non è escluso che Orlando possa pensare ad un’alternativa. Senza dimenticare però le indicazioni che arrivano dall’Unione Europea riguardo alla necessità di dare piena attuazione della Legge Fornero, con Mario Draghi che le intende assolutamente rispettare.
Reddito di Cittadinanza: il pensiero di Andrea Orlando
Mario Draghi ha già rassicurato il Movimento 5 Stelle rispetto al mantenimento del Reddito di Cittadinanza. Tuttavia, la misura pensata dal primo Governo Conte necessita di correzioni: come prima cosa bisognerà velocizzare su tutti i decreti attuativi che ancora mancano e successivamente bisognerà valutare cosa non ha funzionato.
A tal proposito, Andrea Orlando in passato non ha mai parlato di cancellazione del Reddito di Cittadinanza. Tuttavia, questo ritiene che il RdC non abbia funzionato su almeno due fronti: da una parte il rapporto con le politiche attive per il lavoro (a tal proposito, Orlando dovrà decidere cosa fare dei Navigator, il cui contratto è in scadenza ad aprile 2021) e dall’altra la difficoltà nell’affrontare situazioni di povertà assoluta.
Servirà, quindi, una revisione del Reddito di Cittadinanza: insomma, insieme alle pensioni, un dossier non semplice per il nuovo Ministro del Lavoro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA