Errori nel calcolo delle pensioni per gennaio 2022. L’INPS sembra non aver tenuto conto dell’aumento del +1,7% previsto dal meccanismo di perequazione. Un errore che verrà risolto. Ecco quando.
Nei primi mesi del 2022 il valore dell’assegno pensionistico sarà più alto, ma meno di quanto previsto. Sembra infatti che l’INPS abbia commesso un errore e che a gennaio gli importi saranno più bassi di quelli previsti dalla perequazione prevista e comunicata dal Ministero dell’economia e delle finanze.
Lo aveva confermato lo stesso Presidente dell’INPS, Pasquale Tridico: aumenti considerevoli sulle pensioni a partire da gennaio. Ed effettivamente sarà così, grazie alla rivalutazione dell’importo pensionistico (perequazione) in relazione all’aumento dell’inflazione e del costo di vita.
L’importo di gennaio però non sarà quello previsto, cioè non conterrà un aumento del +1,7% come comunicato dal Ministero dell’economia, ma sarà pari all’1,6%. Un errore dell’INPS? L’istituto ha commentato spiegando che è stata una “questione di tempistiche”.
Pensioni più basse: un errore commesso dall’INPS?
Dopo l’annuncio da parte del Ministero dell’economia sugli aumenti degli assegni pensionistici del +1,7%, i pensionati non si aspettavano di vedere un calcolo pari al +1,6% per gli aumenti. Un errore?
Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, aveva annunciato, in maniera ufficiale, che nel 2022 il valore della pensione sarebbe aumentato grazie al meccanismo di perequazione. Un meccanismo tanto vantaggioso per le pensioni più piccole, quanto per le medie. Il sistema di perequazione aveva rivalutato, in base al costo della vita e l’inflazione in aumento in tutta Europa, un assegno più ricco.
I conteggi per il 2022 però non tengono conto dell’annuncio, comunicato successivamente da parte del Ministero dell’economia e si fermano a un aumento pari al +1,6%, che tiene conto del calcolo già effettuato a ottobre scorso. Sembra quindi che, più di un errore, si tratti di un problema di tempistiche. A dirlo è lo stesso INPS: per erogare l’aumento in tempo è stato preso in considerazione il calcolo di perequazione precedente all’annuncio del +1,7% del MEF.
Da quando le pensioni più basse e cosa succede dopo
Il valore dell’assegno pensionistico non rimarrà però ferma al +1,6%. Il problema del ricalcolo, dovuto alle tempistiche, verrà risolto nel 2022. Dopo due mensilità più basse, l’importo sarà ricalcolato in base all’adeguamento dell’aumento del costo della vita e dell’inflazione annunciato.
I conteggi errati saranno aggiornati a partire dalla mensilità di marzo 2022. Non solo l’assegno sarà finalmente corretto al valore comunicato dal Ministero dell’Economia, pari cioè a un aumento del +1,7%, ma ci sarà anche un conguaglio degli arretrati maturati con le mensilità errate di gennaio e febbraio.
Pensioni in aumento: a quanto equivale il +1,7% annunciato
La rivalutazione dell’importo pensionistico legato all’inflazione (perequazione), che permette di equilibrare il potere d’acquisto dei pensionati all’amento del costo della vita, è divisa in cinque fasce:
- 100% ai trattamenti pensionistici d’importo complessivo fino a quattro volte il trattamento minimo;
- 77% per le pensioni d’importo complessivo compreso fra quattro e cinque volte il trattamento minimo;
- 52% per le pensioni d’importo complessivo compreso fra cinque e sei volte il trattamento minimo;
- 47% per le pensioni d’importo complessivo fra sei e otto volte il trattamento minimo;
- 45% per le pensioni d’importo complessivo fra otto e nove volte il trattamento minimo;
- 40% per le pensioni d’importo complessivo superiore a nove volte il trattamento minimo.
Questi valori, se applicati alle pensioni, corrispondono a quanto riportato nella tabella qui sotto:
Importo lordo pensione mensile | Tasso di rivalutazione 2022 | Tasso di rivalutazione con vecchio sistema | Importo pensione 2022 | ||
---|---|---|---|---|---|
1.000€ (inferiore a 4 volte il trattamento minimo) | 1,7% (100%) | 1,7% (100%) | 1.017€ | ||
2.000€ (inferiore a 4 volte il trattamento minimo) | 1,7% (100%) | 1,7% (100%) | 2.034€ | ||
2.500€ (tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo) | 1,53% (90%) | 1,275% (75%) | 2.538,25€ | ||
3.000€ (tra le 5 e 6 volte il trattamento minimo) | 1,275% (75%) | 0,884% (52%) | 3.038,25€ | ||
3.500€ (tra le 6 e le 8 volte il trattamento minimo) | 1,275% (75%) | 0,799% (47%) | 3.544,62€ | ||
4.000€ (tra le 6 e le 8 volte il trattamento minimo) | 1,275% (75%) | 0,799% (47%) | 4.051€ | ||
4.500€ (tra le 8 e le 9 volte il trattamento minimo | 1,275% (75%) | 0,765% (45%) | 4.557,37€ | ||
5.000€ (superiore a 9 volte il trattamento minimo) | 1,275% (75%) | 0,68% (40%) | 5.063,75€ |
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