Pensioni, cosa succederà dal 2022? Poche le possibilità di passare a Quota 41 per tutti, per la quale sono necessari almeno 4,3 miliardi subito (con il costo in aumento negli anni successivi).
Tra le proposte per la riforma del sistema pensionistico italiano c’è anche quella che porta il nome di Quota 41 per tutti. Una misura oggi riconosciuta ad alcune categorie di lavoratori precoci che consente di andare in pensione al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione, indipendentemente da quella che è l’età anagrafica.
Da tempo i sindacati chiedono di estendere a tutti i lavoratori la possibilità di andare in pensione con Quota 41: come spiegato dall’Inps, però, ci sono almeno 4,3 miliardi di euro di motivi per cui questo non è possibile.
È stato proprio l’Istituto a svelare quanto costerebbe il passaggio da una pensione con Quota 100, di durata triennale, a Quota 41 per tutti. Una misura che sarebbe strutturale e che come tale avrebbe un impatto sul sistema pensionistico persino maggiore di quello avuto da Quota 100.
Ragion per cui, inutile ribadirlo, è alquanto difficile che un tale passaggio possa concretizzarsi.
Pensione con Quota 41 per tutti: perché è impossibile dopo Quota 100
Già Quota 100 ha incrementato notevolmente la spesa per le pensioni, tanto da far drizzare le antenne all’Unione Europea che ha chiesto all’Italia di dare “piena attuazione della riforma Fornero”, rinunciando dunque al pensiero di altre misure di flessibilità che possano incrementare quanto si spende ogni anno per le pensioni.
E semmai l’Italia volesse non seguire le raccomandazioni dell’UE - che tuttavia sono piuttosto vincolanti in quanto legate comunque all’arrivo delle risorse del Recovery Fund - e passare da Quota 100 (in scadenza il 31 dicembre prossimo) a Quota 41 per tutti, allora ci sarebbe un costo molto elevato da sostenere.
Nel dettaglio, nella relazione annuale - riferita al 2020 - dell’Inps, illustrata alla Camera dal Presidente dell’Istituto Pasquale Tridico, sono indicati i costi necessari per passare a Quota 41 per tutti. La spesa per l’Italia sarebbe di 4,3 miliardi di euro già nel primo anno, per poi salire progressivamente fino a superare i 9,2 miliardi di euro dopo 10 anni.
Di conseguenza, Quota 41 per tutti arriverebbe ad impegnare fino allo 0,4% del PIL.
Un bilancio che di fatto mette a tacere qualsiasi voce riguardante la possibilità che il dopo Quota 100 possa essere la Quota 41 per tutti, misura che di fatto andrebbe a sostituire l’attuale pensione anticipata rivedendo quindi le regole fissate dalla Legge Fornero (che oggi prevede un pensionamento anticipato indipendentemente dall’età anagrafica al raggiungimento di 41 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 42 anni e 10 mesi per le donne).
Le alternative a Quota 41 per tutti
Quota 41 per tutti avrebbe un costo superiore a tutte le altre misure sulle quali si sta discutendo negli ultimi mesi. Le alternative rispondono quindi al nome di:
- nuova Quota 100 con 64 anni di età e 36 anni di contributi, ma con un ricalcolo solo contributivo dell’assegno. In questo modo sarebbe il neo pensionato a pagare di tasca propria per il pensionamento anticipato;
- estendere a tutti la possibilità di accedere alla pensione anticipata di stampo contributivo, per la quale è richiesto il compimento dei 64 anni di età, 20 anni di contributi e un assegno - che verrebbe calcolato interamente con le regole del contributivo - pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Questa avrebbe inizialmente un costo di 1,2 miliardi di euro, per poi salire a 4,7 miliardi già nel sesto anno;
- pensione a 63 anni con almeno 20 anni di contributi, ricevendo però solamente la parte maturata con il contributivo (a patto che questa raggiunga almeno 1,2 volte il valore dell’importo dell’assegno sociale). Questa misura, proposta dal Presidente Tridico, avrebbe un costo iniziale di 443 milioni l’anno, per arrivare al massimo a 2 miliardi di euro.
C’è poi un’altra misura che avrebbe un costo più basso a quello richiesto per Quota 41 per tutti ed è la stessa Quota 41 per tutti ma con ricalcolo contributivo per l’assegno di pensione. D’altronde si tratta di un meccanismo descritto anche dalla proposta di legge su Quota 41 per tutti depositata dalla Lega, nella quale appunto si parla di ricalcolo contributivo dell’assegno proprio per contenere i costi che avrebbe l’introduzione di una tale misura.
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