Pensioni, trattamento minimo: importo aggiornato al 2021

Antonio Cosenza

08/01/2021

Pensioni, aggiustamenti anche per l’importo del trattamento minimo dal 1° gennaio 2021. Ecco il valore aggiornato e i limiti di reddito.

Pensioni, trattamento minimo: importo aggiornato al 2021

Trattamento minimo della pensione, importo aggiornato al 1° gennaio 2021 (come pure i limiti di reddito). Come noto, ogni inizio anno gli importi delle pensioni potrebbero subire variazioni per effetto della rivalutazione degli stessi: ebbene, bisogna considerare che nel 2021 la rivalutazione è pari a zero, ma gli assegni saranno comunque rivisti in quanto il tasso definito per il 2020 è più alto rispetto a quello provvisorio (applicato nelle scorse dodici mensilità).

Serve quindi un adeguamento della rivalutazione del 2020, per la quale si applica un tasso definitivo dello 0,5% anziché dello 0,4%. Questo adeguamento interesserà anche il trattamento minimo della pensione, ossia quello strumento con cui le pensioni molto basse - purché percepite da chi non ha un reddito elevato - vengono integrate fino ad arrivare ad una soglia indicata dalla legge.

Ebbene, l’importo del trattamento minimo dal 1° gennaio 2021 è leggermente più alto rispetto a quello dello scorso anno; vediamo perché e quali sono gli effetti di questo aggiornamento.

Integrazione al trattamento minimo della pensione: perché è importante

L’integrazione al trattamento minimo è quella prestazione economica riconosciuta dall’INPS a chi ha una pensione inferiore al minimo vitale.

In poche parole, grazie all’integrazione al minimo della pensione l’assegno percepito gode di un piccolo aumento tale da arrivare ad un certo valore fissato dalla legge che ogni anno, per l’appunto, cambia in base al risultato della rivalutazione delle pensioni.

Non sempre, però, l’integrazione è piena e di seguito vi spiegheremo perché: prima, però, è importante vedere qual è l’importo della suddetta soglia fissata per il 2021.

Integrazione al trattamento minimo: importo aggiornato al 2021

Ad inizio 2020 la perequazione delle pensioni - che ha interessato anche il trattamento minimo - è stata applicata nella misura dello 0,4%. Si trattava, però, di un’aliquota provvisoria, che poi è stata corretta allo 0,5%.

Uno 0,1% in più che andrà ad applicarsi su tutti i trattamenti previdenziali, compreso sul trattamento minimo che - come confermato dall’INPS - nel 2021 sale a 515,58€. Considerato per tredici mensilità, quindi, il trattamento minimo annuo per il 2021 ammonterà a 6.702,54€.

Integrazione al trattamento minimo: come funziona

Anche quest’anno, quindi, l’importo della pensione viene integrata fino ad arrivare a 515,58 euro mensili. L’integrazione, quindi, è pari all’importo necessario per raggiungere la suddetta soglia.

Ad esempio, se la pensione è pari a 300 euro spetterà un’integrazione di 215,58 euro al mese, ma solo a coloro che hanno un reddito inferiore ad una certa soglia.

Nel dettaglio, spetta l’adeguamento delle pensioni in misura piena a chi ha un reddito annuo non superiore a 6.702.54 euro. Solo in questo caso la pensione viene integrata al massimo, mentre sopra questa soglia, ma comunque sotto i 13.405,08 euro, l’integrazione è parziale.

Per il calcolo dell’integrazione parziale basterà sottrarre dalla suddetta soglia limite il reddito personale, e poi dividerlo per 13 mensilità. Ad esempio, chi ha un reddito da 9.000 euro avrà diritto ad un’integrazione massima pari a 338,84€, indipendentemente se questa è sufficiente ad arrivare alla soglia dei 515,58€.

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