Percentuali vaccinati in Europa: confronto tra dati aggiornati

Giorgia Bonamoneta

11 Ottobre 2021 - 18:21

Prosegue la campagna vaccinale in Europa. Le percentuali dei vaccinati sono nella media, ma ci sono gruppi di Paesi più virtuosi e altri meno.

Percentuali vaccinati in Europa: confronto tra dati aggiornati

Tra pochi mesi toccheremo quota un anno dall’inizio delle vaccinazioni in Europa. Quindi, a quasi un anno di distanza, quale Paese europeo ha vaccinato di più e “meglio”?

I dati sulla campagna vaccinale dell’Unione Europa sono in continuo aggiornamento. Giusto qualche giorno fa (9 ottobre) la Spagna segnava il numero più alto di dosi somministrate, ma oggi (11 ottobre) la Germania è al primo posto, scavalcando ben quattro nazioni.

L’Italia, nel quadro attuale della campagna vaccinale europea, si trova in un’ottima posizione, soprattutto dopo aver raggiunto l’obiettivo prefissato al Generale Francesco Paolo Figliuolo: l’80% della popolazione completamente vaccinata.

Percentuali vaccinati: dati aggiornati

PAESE DATI VACCINATI
Austria 60,6%
Belgio 72,7%
Bulgaria 19,7%
Rep. Ceca 56,0%
Cipro 62,8%
Croazia 42,5%
Estonia 47,0%
Finlandia 65,2%
Francia 66,5%
Germania 64,7%
Grecia 60,2%
Italia 80,19%
Lettonia 47,9%
Lituania 60,8%
Malta 82,3%
Polonia 51,7%
Portogallo 85,9%
Romania 28,9%
Slovacchia 41,6%
Slovenia 50,2%
Spagna 78,9%
Svezia 66,2%
Ungheria 59,0%

I dati fanno riferimento alla percentuale di popolazione totalmente vaccinata (con le due dosi di Pfizer/Biontech e Moderna o la singola del vaccino Janssen) del giorno 11 ottobre, ore 15:40.

I Paesi meno vaccinati: Romania e Bulgaria

La combinazione di diversi fattori, tutti determinanti per la salute della campagna vaccinale, sono sicuramente la poca fiducia nel governo locale e il degrado delle strutture sanitarie.

I cittadini rispondono che non vogliono vaccinarsi - tanto che ad agosto le dosi di vaccino destinate alla Romania sono state rivendute - e addirittura in Bulgaria risultano vaccinato solo 2 persone ogni 10.

L’altro lato della medaglia è, purtroppo, la saturazione degli ospedali e l’elevato numero di contagi e morti come mai prima d’ora dall’inizio della pandemia.

Percentuali di vaccinati nei Paesi “modello”

Ci sono poi quei Paesi che hanno abbracciato la campagna vaccinale con maggiore trasporto e hanno riconosciuto il privilegio di poter avere un vaccino a disposizione, mentre una parte del mondo attende ancora l’arrivo delle dosi adeguate.

Dopo settimane di stagnazione, con il Paese impegnato nella campagna elettorale, la Germania torna a impegnarsi sulla campagna di vaccinazione e negli ultimi giorni sta cercando di vaccinare molte più persone rispetto a solo due settimane fa.

Ma in vetta alla classifica dei Paesi che stanno facendo meglio ci sono Spagna, Francia e Italia. In Spagna si stanno registrando i primi segnali di un ritorno alla normalità. Grazie alla corsa ai vaccini e alle ottime percentuali di vaccinati, nelle ultime settimane molte delle restrizioni sono state eliminate.

La Francia tira dritto con il piano stabilito, prima l’estensione del green pass, poi i tamponi a pagamento. Mentre la pressione sugli ospedali diminuisce, insieme al numero di morti da Covid-19, la Francia deve fare i conti con il ritorno di un vecchio virus, molto meno pericoloso, ma comunque in grado di creare allarme: la bronchiolite.

La situazione in Italia: percentuale vaccinati, terza dose e green pass

Dati alla mano è possibile fare un confronto con quanto sta accadendo in Italia. In questi giorni la curva è in netta discesa, tanto che alcuni esperti hanno definito addirittura “strana” questa curva così esplicita.

Questo perché sì i contagi sono bassi, sotto le duemila unità, ma i decessi sono ancora intorno ai 35-40 al giorno. Sicuramente, per quanto non si possa dire di essere fuori pericolo, la campagna vaccinale sta proseguendo come da programma e con risultati evidenti.

Da Roberto Speranza, Ministro della Salute, arriva però la necessità di rallentare. Infatti per ora le terze dosi non saranno somministrate sotto la fascia di età 60-70. “C’è ancora tempo - dice Speranza - per osservare i dati e capire se c’è bisogno di scendere oltre questa fascia d’età”.

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