I motivi per cui la Cina vuole annettere a sé Taiwan sono molteplici e individuabili sia sotto aspetti storici che politici-economici.
Nervi tesi nell’ultimo periodo tra la Cina e Taiwan dopo la visita lo scorso 15 aprile di 6 senatori americani sull’isola. Un gesto poco gradito che ha alimentato il terrore di un nuovo possibile uso della forza.
Taiwan è un’isola strategicamente molto importante nell’area del Pacifico sotto diversi punti di vista. La volontà della Cina di annetterla sotto il suo controllo viene da molto lontano, sin dal 1949, anno della fondazione della Repubblica Popolare. Sino ad oggi nessuno ci è mai riuscito anche grazie all’influenza degli Stati Uniti.
Ma il presidente Xi Jinping ha fissato una data entro cui intende annettere Taiwan alla Cina: il 2049, anno del centenario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese.
Ecco i principali motivi per cui la Cina vuole Taiwan.
Le recenti tensioni tra Cina e Taiwan
A far ritornare d’attualità la volontà della Cina di annettere a sé l’isola di Taiwan è stata la visita il 15 aprile di 6 senatori americani guidati dal presidente della Commissione Esteri, il democratico Bob Menendez, e dal repubblicano Lindsey Graham, che sono stati accolti dalla presidente Tsai Ing-wen.
La Cina i cui rapporti con gli Stati Uniti si sono incrinati molto nell’ultimo periodo, ha interpretato tale gesto in malo modo ed ha deciso di mostrare i muscoli.
Manovre aeronavali cinesi sono state registrate nello stretto di Taiwan a risposta della visita influente della delegazione americana sull’isola.
Un gesto dimostrativo di pattugliamento con navi, aerei da caccia e bombardieri. C’è da dire che non è la prima volta che la Cina commette incursioni in zone non sotto il proprio controllo.
Solo lo scorso anno le intrusioni nei cieli intorno a Taiwan sono state circa 900.
E Taipei si sta preparando dinnanzi ad un possibile attacco militare della Cina. Il governo sta richiamando i riservisti per periodi di aggiornamento più lunghi rispetto al passato. Inoltre la Difesa ha diffuso un documento di 28 pagine con istruzioni al popolo in caso di attacco cinese.
I motivi per cui la Cina vuole Taiwan
I motivi per cui la Cina vuole annettere sotto il suo controllo Taiwan sono molteplici e provengono da lontano. Iniziamo da fattori storici e politici.
Taiwan è l’ultimo tassello che manca alla Cina per completare la sua riunificazione. Dopo la fondazione nel 1949 della Repubblica Popolare Cinese nessuno è riuscito ad annettere la democratica Taiwan così come fatto con Macao e Hong-Hong.
Il presidente Xi Jinping si è posto come obiettivo per l’annessione il 2049, anno del festeggiamento del centenario. Nei giorni scorsi è arrivata dalla Cina una nuova promessa che l’unificazione con Taiwan prima o poi ci sarà.
L’interferenza degli Stati Uniti potrebbe accelerare le operazioni.
Un secondo motivo è di tipo strategico-militare. Taiwan è un’isola che si dichiara indipendente ma di fatto è contesa da una parte dagli Stati Uniti che le offrono protezione e dall’altra dalla Cina.
Riprendersi Taiwan per la Cina significherebbe spodestare gli Stati Uniti dall’area indo-pacifica. Un nemico che potrebbe posizionarsi ad appena 150 chilometri dalla sua costa. In questo modo i cinesi avrebbero di nuovo il totale controllo su quell’area.
Per Xi Jinping conquistare quel territorio inoltre lo innalzerebbe a responsabile di un’impresa immortale di riunificazione dell’impero cinese. Questo lo farebbe entrare nella storia. Sarebbe poi un bello scacco anche nei confronti degli Stati Uniti per la lotta all’egemonia mondiale.
Un altro degli obiettivi da raggiungere secondo il presidente entro il 2049 è proprio quello di ottenere il primato mondiale.
E qui vengono richiamati gli aspetti economici. Taiwan seppur piccola come territorio è una miniera d’oro da un punto di vista commerciale ed economico.
Si pensi che il suo prodotto interno lordo ha superato nazioni come Svizzera, Svezia e Arabia Saudita ed è collocabile tra le prime 20 economie del pianeta.
Da qui transita il 40% del commercio mondiale, soprattutto merci trasportate per via marittima. Un quarto sono americane. Il valore totale annuale è di quasi 5,3 trilioni di dollari.
Taipei controlla inoltre aziende altamente strategiche. Qui avviene tra il 40 e il 65% di produzione di semiconduttori al mondo.
Componenti industriali fondamentali per realizzare auto, smartphone, pc, ma anche strumenti militari e medici. La maggior parte delle esportazioni è diretta in Cina, ma sotto alcuni aspetti è invece la Cina a dipendere da Taiwan.
Ecco quindi che unificare un’economia del genere sotto a sé comprese le più importanti rotte commerciali rappresenterebbe per la Cina uno scacco matto da un punto di vista geopolitico.
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