Nonostante le tensioni dell’ultimo periodo, Lega e Movimento 5 Stelle continuano ad essere alleati. Ma per quale motivo il Governo non è ancora caduto? Scopriamolo.
Giochi di potere e crisi di nervi non porteranno - almeno per il momento - alla caduta del Governo Conte sorretto dall’alleanza Lega e Movimento 5 Stelle. Nonostante le tensioni sulla TAV, ma anche il caso Russia con Salvini che continua a lanciare attacchi al premier Conte, non ci sarà uno scioglimento dell’alleanza Giallo-Verde.
Niente di certo ovviamente; d’altronde in questi anni abbiamo imparato che anche di fronte a dichiarazioni ufficiali può succedere il contrario di quanto affermato dalle forze in carica. Semmai ci sono diversi fattori che ci portano a sostenere che Lega e Movimento 5 Stelle andranno avanti insieme ancora per qualche mese.
C’è più di un avvenimento che avrebbe potuto portare alla caduta del Governo Giallo-Verde, salvo poi vedere Di Maio e Salvini continuare a governare come nulla fosse.
Ad esempio, quanto successo la settimana scorsa in Parlamento, quando il premier Conte ha dichiarato che “fu proprio il Viminale a volere la presenza di Savoini in Russia” smentendo così quanto dichiarato dallo stesso Matteo Salvini, ha provocato uno scontro istituzionale che in qualsiasi altra situazione avrebbe portato almeno alle dimissioni dell’una o dell’altra parte.
Invece - tranne che dichiarazioni piccate da parte di Salvini a Conte e viceversa - i due sono saldamente nella loro posizione al vertice di Ministero dell’Interno e Presidenza del Consiglio.
Senza dimenticare quanto sta succedendo in queste ore sul fronte TAV, con il Movimento 5 Stelle che pur facendo parte del Governo è in opposizione allo stesso Esecutivo poiché ha confermato che, nonostante le parole del premier Conte, voterà contro la prosecuzione dei lavori per l’alta velocità Torino-Lione.
Insomma, i motivi per la rottura dell’alleanza ci sono e ci sono stati anche nei mesi scorsi: tuttavia, il Governo è ancora in carica e si appresta ad iniziare i lavori che porteranno alla definizione della Legge di Bilancio 2020.
Ma per quale motivo il Governo Lega-Movimento 5 Stelle non si è ancora sciolto? Ce ne sono diversi, partiamo dal primo: la tempistica.
Governo Lega-Movimento 5 Stelle: non c’è più tempo per tornare al voto
Probabilmente già dopo il risultato delle elezioni Europee Matteo Salvini ha pensato ad un ritorno alle urne, così da poter trasformare in seggi parlamentari l’alta percentuale di consensi ottenuti in ambito europeo.
Tuttavia Salvini aveva già promesso che indipendentemente dal risultato delle Europee avrebbe mantenuto gli impegni presi; quindi mettere fine all’alleanza in quell’occasione avrebbe potuto portare ad un effetto boomerang per la Lega.
Ecco perché Salvini ha preferito aspettare rimandando ad un momento in cui avrebbe potuto attribuire la colpa per lo scioglimento del Governo al Movimento 5 Stelle; l’occasione l’ha avuta in queste settimane, ma il leader della Lega sa bene che facendo cadere il Governo oggi ci sarebbe stata la concreta possibilità di un’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico (nonostante il PD abbia più volte allontanato questa ipotesi) oppure di un Esecutivo tecnico con il compito di realizzare la prossima Legge di Bilancio.
Difficilmente il Presidente della Repubblica andrebbe a sciogliere le Camere con il rischio che ci sia poco tempo a disposizione per l’approvazione della manovra finanziaria.
Uno scioglimento delle Camere oggi, infatti, vorrebbe dire ritorno alle urne almeno ad ottobre, con il Governo - semmai dalla competizione elettorale ne uscisse una maggioranza ben definita - che sarebbe operativo solo alla fine del mese, con meno di 60 giorni a disposizione per quella che sarà la Legge di Bilancio con cui l’Italia dovrà dare la dimostrazione all’UE riguardo al mantenimento degli impegni presi con la manovra dello scorso anno.
Un rischio che nessun Presidente della Repubblica sarebbe disposto a prendersi; ecco perché almeno fino a dicembre, nonostante le tensioni tra le due compagini, Lega e Movimento 5 Stelle andranno avanti insieme.
Parlamentari: perché sciogliere le Camere dopo appena un anno dalle elezioni?
È appena un anno e mezzo che deputati e senatori si sono insediati in Parlamento: per molti di loro - specialmente nelle fila del Movimento 5 Stelle - si tratta della prima volta ed è molto difficile che questi abbiano intenzione di cedere la “poltrona” dopo così poco tempo.
Sicuramente da parte di deputati e senatori della Lega non ci sarebbe opposizione ad un ritorno alle urne: in base agli ultimi sondaggi politici, infatti, la Lega potrebbe ampiamente migliorare il risultato ottenuto il 4 marzo 2018 e per questo i parlamentari uscenti avrebbero molte probabilità di essere riconfermati.
Non è lo stesso per il Movimento 5 Stelle che invece ha perso consensi e difficilmente ripeterà lo straordinario risultato ottenuto alle politiche del 2018; senza contare poi che alcuni parlamentari pentastellati si tratta del secondo mandato e di conseguenza non potrebbero ricandidarsi nuovamente.
Che la paura di rinunciare per sempre ad un posto in Parlamento possa portare i parlamentari a tentare il possibile per evitare lo scioglimento anticipato delle Camere?
Il Governo non può cadere perché non esiste
Come ultima motivazione riportiamo quanto spiegato dal giornalista Giancristiano Desideria sul blog di Nicola Porro (giornalista e conduttore di Matrix) riguardo al fatto che l’Esecutivo non è ancora caduto perché “il Governo non esiste”.
Secondo Desideria, infatti, il Presidente del Consiglio non è altro che “un parafulmine” che non rappresentando “nient’altro che se stesso” non può pagare alcun prezzo politico (come invece vale per Salvini e Di Maio). È per questo che le due forze elettorali non si fanno problemi nello scaricare su Conte tutte le tensioni, così come pure gli errori, del Governo, così da salvaguardare la loro reputazione di fronte all’elettorato.
Lega e Movimento 5 Stelle “si sono inventati un modo per non governare occupando però il Governo” lasciando libera, almeno politicamente, quella che è la poltrona su cui si regge l’intero Esecutivo. Nonostante le tensioni, quindi, il Governo non cadrà, mentre le cose sarebbero andate molto diversamente se a capo ci fosse stato uno tra Salvini e Di Maio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti