Nell’Eurozona e negli Stati Uniti si registra una fiammata dei rendimenti dei bond sovrani: il benchmark tedesco è ai massimi da gennaio 2020 e i tassi del Treasury si impennano in area 1,6%. Dietro il rialzo la prospettiva di una prossima crescita dell’inflazione che sta tenendo sotto scacco le Borse.
I rendimenti dei titoli di Stato stanno salendo, dall’Eurozona agli Stati Uniti. A dettare il rialzo, e a mandare ko le Borse, ci pensano gli spettri dell’inflazione, che hanno iniziato a diffondersi dopo il sondaggio pubblicato dalla Federal Reserve sulla pressione inflativa attesa – aspettative a un anno tra i consumatori salite al +3,4%, livello più alto da settembre 2013 - e il balzo dei prezzi alla produzione in Cina.
Perché i rendimenti dei titoli di Stato stanno salendo
Sotto la lente finisce il Bund tedesco a dieci anni, benchmark dell’Eurozona: al momento della scrittura i rendimenti del bond si attestano al -0,167%, +18,9% rispetto a ieri e di fatto sulle quote più alte da gennaio 2020. Sul fronte Italia, i tassi del Btp di pari durata – che erano già in salita alla fine della scorsa settimana sull’ipotesi di un rallentamento del Qe della BCE – sono schizzati allo 0,989%.
Acque agitate anche negli Stati Uniti, dove il Treasury a dieci anni è entrato in area 1,6% fino a toccare quota 1,615%. Secondo gli analisti, se il bond statunitense dovesse arrivare a muoversi sopra la soglia del 2% potrebbero aprirsi delle concrete opportunità d’acquisto per gli investitori, il tutto a poche ore dalla prima delle tre aste della settimana, in cui verrà emesso un Treasury a 3 anni per 58 miliardi di dollari.
Si allarga lo spread Btp/Bund
Intanto, si allargano anche le maglie dello spread, il differenziale tra i rendimenti del Btp italiano e il pari durata tedesco. Lo spread al momento è a quota 110,7 punti base, in salita di 1,5 pb rispetto alla chiusura di ieri ma ancora sensibilmente inferiore ai picchi toccati prima dell’ultimo fine settimana.
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