Petrolio sotto la lente: sia il Brent che il Wti si muovono sui massimi da ottobre 2018. È lo stallo dei negoziati sull’asse Iran-Stati Unti a tirare la volata del greggio, mentre nuovi giacimenti vengono scoperti in Cina e in Norvegia.
Il petrolio segna un nuovo record nelle ultime ore. Vola il Brent del Mare del Nord, arrivato a scambiare a 75,1 dollari al barile, mentre il Wti texano si muove in area 73 dollari. Per entrambi si tratta dei livelli più alti da ottobre 2018.
A favorire la quotazione del greggio c’è lo stallo dei negoziati tra Iran e Stati Uniti, che dovrebbero resuscitare l’accordo sul nucleare del 2015.
Petrolio da record, sui massimi dal 2018. I motivi
Accordo che aveva indotto l’Iran, al tempo, ad eliminare le riserve a medio arricchimento, a tagliare quasi la totalità delle riserve di uranio a basso arricchimento e a ridurre del 70% le centrifughe a gas per tredici anni. Con un vincolo: arricchimento dell’uranio a non più del 3,67% per i successivi quindici anni.
Vincolo che tuttavia le autorità iraniane avevano violato nel 2019, quando il portavoce del Governo Ali Rabiei annunciò l’aumento del tasso di arricchimento dell’uranio al 5%, in risposta alle sanzioni sul petrolio, sulle banche e su diverse personalità iraniane implementate da Donald Trump a fine 2018, le “più dure mai imposte ad un Paese” come confessato dallo stesso tycoon.
Sanzioni che hanno costretto l’Iran, in questi anni, a muoversi nel grey market del petrolio, privando i canali ufficiali di una considerevole offerta di greggio. Un fattore rialzista per le quotazioni dei barili, che tuttavia potrebbe essere minato da un eventuale accordo tra Tehran e Washington, visto che una stretta di mano tra le parti implicherebbe anche uno stop alle contestatissime sanzioni.
L’Iran, secondo quanto rilevato dagli osservatori internazionali, sta già stoccando più petrolio in vista del ritorno sul mercato, ma per ora - al sesto round dei colloqui di Vienna - non è stata raggiunta un’intesa. “Non è facile coprire la distanza rimasta”, ha chiosato il viceministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi.
Petrolio, scoperti nuovi giacimenti in Cina e in Norvegia
Intanto, nella Regione uigura dello Xinjiang la compagnia China Petroleum ha scoperto un nuovo giacimento di idrocarburi da 1 miliardo di tonnellate, sul bacino del Tarim. Si tratta, secondo le autorità cinesi, della più grande scoperta nella Regione in dieci anni.
Notizia che fa il paio con il colpo messo a segno dall’italiana Eni: nuove risorse sono state infatti trovate nel corso di una spedizione esplorativa nell’area di Balder, in Norvegia, con le stime preliminari che parlano di volumi compresi tra i 60 e i 135 milioni di barili.
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