La sospensione in Italia, seppur temporale, dell’utilizzo del vaccino di AstraZeneca, potrebbe complicare non poco il nuovo piano di Figliuolo: per il nostro Paese, ma anche per tutta l’Europa, aprire la porta allo Sputnik V potrebbe adesso diventare inevitabile.
L’Italia ha deciso di sospendere l’utilizzo del vaccino anti-Covid di AstraZeneca. Una scelta che ricalca quella presa nelle stesse ore da Germania, Francia e Spagna, mentre il giorno prima è stata l’Olanda a stoppare le somministrazioni del siero made in Oxford.
Una decisione quella dell’Aifa che comunque è stata descritta come “precauzionale e temporanea”, visto che giovedì sarà l’Ema a pronunciarsi in merito ai recenti casi di trombosi che si sono verificati (in Italia 6 su oltre un milione di somministrazioni) dopo l’utilizzo del vaccino di AstraZeneca.
“Dobbiamo muoverci all’unisono con gli altri Paesi europei” sarebbe stato il commento di Mario Draghi nel dare il suo nulla osta alla sospensione, ma adesso la nostra campagna vaccinale potrebbe subire un brusco rallentamento.
Ecco che allora si torna con insistenza a parlare dello Sputnik V, il vaccino russo che ancora non è stato approvato dall’Ema ma che adesso, visti i problemi con AstraZeneca anche per quanto riguarda i tagli alle consegne, potrebbe diventare fondamentale.
AstraZeneca spiana la strada allo Sputnik V?
Quello che è successo nelle frenetiche ore di ieri potrebbe portare a uno stravolgimento del piano vaccini pensato da Bruxelles. Per prima cosa è arrivato il mea culpa del vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans, che ha ammesso che ci sono stati degli errori da parte dell’UE nell’ordinazione dei vaccini.
Poi l’agenzia Reuters, senza venire smentita, ha parlato di un contatto tra l’Europa e la Russia per lo Sputnik V: per l’avvio formale dell’iter di approvazione serve la richiesta di quattro Stati membri, ma considerando che Ungheria e Slovacchia già lo utilizzano e la Repubblica Ceca è sul punto di dare il via libera, questo non dovrebbe essere un problema.
Il vero colpo di scena però è arrivato di pomeriggio, quando prima la Germania e poi l’Italia e la Francia hanno deciso di sospendere l’utilizzo del vaccino di AstraZeneca dopo i diversi casi di trombosi che si sono verificati in Europa.
In teoria non si tratterebbe di una bocciatura ma solo di uno stop precauzionale aspettando il responso dell’Ema, ma anche se in Italia come negli altri Paesi dovesse essere reintrodotto AstraZeneca è facile immaginare lo scetticismo da parte di molti cittadini.
Un problema non di poco conto, considerando che Johnson & Johnson ha annunciato che potrebbe non rispettare le consegne pattuite nel secondo trimestre così come AstraZeneca, che già nei primi tre mesi ha dimezzato le forniture previste.
Campagna vaccinale a rischio?
Entro settembre in Italia è previsto l’arrivo di 40 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca: anche in caso di un via libera da parte dell’Ema e dell’Aifa, c’è il concreto rischio che il grosso di questi lotti possa poi restare inutilizzato a causa dei rifiuti da parte dei cittadini.
La notizia dell’inizio di un dialogo tra Mosca e Bruxelles, potrebbe così fare la spia di come l’Europa stia prendendo seriamente in considerazione l’utilizzo dello Sputnik V che così di fatto andrebbe a sostituire il vaccino di AstraZeneca.
Anche qui però c’è un problema: la Russia deve aumentare la propria produzione e per questo ha stretto accordi con aziende italiane, francesi e tedesche, ma considerando i tempi necessari le prime dosi saranno sul mercato bene che vada a inizio luglio.
Nell’immediato l’Europa potrebbe così ritrovarsi con un grande buco nelle forniture dei vaccini, considerando pure i ritardi già paventati, complicando ulteriormente un piano vaccinale fino a questo momento più che insufficiente.
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