Politica monetaria: ecco cos’è e quali sono gli strumenti utilizzati per influenzare i mercati finanziari e raggiungere gli obiettivi prefissati dalla politica economica
La politica monetaria è uno dei grandi argomenti che occupano quotidianamente l’agenda politica dell’Europa. Essa studia le misure della politica economica basata sugli interventi dell’autorità monetaria, tipicamente la banca centrale, per modificare l’offerta di moneta, al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati dalla stessa politica economica.
Proprio per questo prima di analizzare gli obiettivi e gli strumenti della politica monetaria, è opportuno soffermarsi sul concetto di moneta e sulle funzioni che assolve che sono essenzialmente tre:
- mezzo di pagamento o bene intermediario negli scambi;
- misura dei valori o unità di conto o bene numerato;
- riserva di valori
In sintesi la moneta rappresenta un’unità di conto a cui vengono rapportati i diversi beni per renderli scambiabili. È importante sottolineare che esistono tre oltre alla moneta legale, formata da biglietti di banca o banconote, ne esistono altri due tipi creati da istituzioni finanziarie:
- moneta legale: passività della banca centrale, ha corso legale
- moneta bancaria: depositi bancari, passività delle banche ordinarie.
Politica monetaria: la differenza tra espansiva e restrittiva
La politica monetaria viene attuata modificando la quantità di moneta offerta o disponibile nel sistema economica. Ed è opportuno distinguere la politica monetaria in due tipi:
- politica monetaria espansiva: quando attraverso l’aumento dell’offerta di moneta (aumento della riduzione dei tassi di interesse) si vuole immettere liquidità nel sistema economico e stimolare quindi gli investimenti e la produzione di beni e servizi. Essa è stata applicata negli ultimi anni dalle principali banche centrali, come la BCE e la Federal Reserve.
- politica monetaria restrittiva: quando attraverso la riduzione dell’offerta di moneta (aumento dei tassi di interesse) si vuole sottrarre alla liquidità al sistema e quindi rendere meno conveniente investire e produrre e rallentare la crescita dell’economia, limitando in questo modo le pressioni inflazionistiche.
Gli obiettivi della politica monetaria
Gli obiettivi della politica monetaria possono essere distinti in due tipi:
- obiettivi finali: sono gli stessi della politica economica, ossia stabilità dei prezzi dei prezzi, pieno impiego, sviluppo ed equilibrio nei conti con l’estero. Per raggiungere questi obiettivi si utilizzano degli strumenti che influiscono su alcune variabili dalle quali dipendono gli obiettivi finali. Per fare una esempio, se bisogna affrontare l’eccessivo aumento dell’inflazione, la politica monetaria è cercherà quello di rallentare la dinamica della domanda per contenere l’aumento dei prezzi nei limiti desiderati.
- Obiettivi intermedi: sono quelle variabili su cui interviene la politica monetaria. Permettono di conoscere in anticipo gli effetti sugli obiettivi finali. Tipicamente sono rappresentati da: tassi di interesse, quantità di moneta e quantità di credito. A questi si affiancano gli obiettivi operativi che sono rappresentati da variabili conoscibili con tempestività dalla banche centrali e che sono direttamente e rapidamente influenzati dagli strumenti di politica monetaria.
La scelta dell’obiettivo intermedio dipende da:
- osservabilità e controllabilità operativa dell’aggregato scelto come obiettivo intermedio;
- stabilità delle funzioni di comportamento;
- esistenza di un legame funzionale tra obiettivo intermedio e obiettivo finale.
Ovviamente, le manovre di politica monetaria danno vita a una lunga e complessa serie di eventi concatenati i cui effetti dipendono dai modi e dai tempi con i quali altri operatori, come banche, imprese e famiglie, reagiscono.
Gli strumenti della politica monetaria
Per raggiungere determinati obiettivi di politica monetaria, le autorità hanno a disposizione una serie di strumenti che sostanzialmente sono operazioni che hanno il fine di ridurre o aumentare la base monetaria.
I canali o le fonti attraverso i quali la base monetaria viene offerta sono individuati con riferimento ai settori istituzionali con i quali la banca centrale opera immettendo in circolazione o ritirando dalla circolazione base monetaria.
- Estero: la banca centrale crea base monetaria quando compra oro o altre valute convertibili. Acquisisce quindi riserve ufficiali che costituiscono un credito connesso a tale settore e ciò accade quando la bilancia dei pagamenti presenta un avanzo.
- Tesoro: la banca centrale crea base monetaria quando acquista titoli di Stato sul mercato primario all’emissione. Il Tesoro inoltre può anche utilizzare la banca centrale per i servizi di Tesoreria se si trova in difficoltà di cassa.
- Mercati finanziari: la banca centrale crea base monetaria quando acquista o vende titoli sul mercato secondario. Esse sono dette operazioni di mercato aperto e possono essere definitive o temporanee
- Banche: si crea base monetaria rifinanziando il sistema creditizio attraverso operazioni di cambiali o anticipazioni su titoli. Le banche ordinarie che abbiano un rapporto impieghi/depositi troppo alto possono ricostituire la propria liquidità cedendo una parte dei crediti in proprio possesso. In questo modo, la banca centrale trasferisce alle banche ordinarie nuova base ordinaria che rimane in circolazione fino al momento della scadenza dei contratti. Il tasso con cui i crediti sono scontati viene chiamato dalla BCE tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale, mentre la Banca d’Italia lo chiamava tasso ufficiale di sconto.
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