Dall’inchiesta dei pubblici ministeri emerge un’indicazione di “stato generale di degrado” del ponte al febbraio 2018
Ponte Morandi andava “chiuso al traffico” . Indicazioni che emergono dalle conclusioni dei pubblici ministeri nell’inchiesta relativa al tragico crollo che portò 2 anni fa alla morte di 48 persone.
A evidenziarlo per prima l’ANSA, che fa riferimento alle comunicazioni informali del consulente e professore di costruzioni in cemento armato all’Università di Genova Antonio Brencich.
Quest’ultimo aveva infatti usato parole inequivocabili nel lontano febbraio del 2018 per descrivere lo stato del ponte a livello strutturale.
A fare particolare impressione ad oggi sono soprattutto quei riferimenti di Brencich ad uno “stato di degrado” che - sottolineano i pubblici ministeri - era incompatibile con uno scorrimento quotidiano del traffico e sarebbe dovuto essere immediatamente comunicato.
Ponte Morandi “andava chiuso al traffico”
A febbraio del 2018 Brencich si era occupato di una valutazione circa i rinforzi strutturali del ponte.
Proprio qui, i pm mettono in evidenza le inequivocabili - seppure informali -osservazioni del consulente, che parla apertamente di stato di degrado:
“Uno stato generale di degrado del calcestruzzo e delle armature dell’impalcato, un pessimo stato di conservazione e una incredibile pessima prestazione del manufatto.”
Tutte evidenze che avrebbero dovuto spingere a una “immediata interdizione del transito veicolare” secondo i pubblici ministeri, che parlano inoltre di mancanze attribuibili anche ai dirigenti del ministero delle Infrastrutture:
“Non procedevano ad ispezioni e controlli diretti ma neppure richiedevano alla società concessionaria informazioni e documentazioni concernenti i lavori eseguiti e le condizioni dell’opera”.
Uno stato complessivo di omissioni e carenze che ha portato - si legge nelle conclusioni dell’inchiesta - a “sistematiche violazioni delle norme” e da qui alle mancate segnalazioni dei problemi.
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