Prescrizione evasione fiscale: nuova stretta sui reati tributari

Isabella Policarpio

19 Novembre 2019 - 12:36

L’evasione e altri reati tributari diventano quasi imprescrittibili. Il decreto fiscale, infatti, sposta il termine di prescrizione a 13 anni al massimo. Cosa cambia per gli evasori.

Prescrizione evasione fiscale: nuova stretta sui reati tributari

Termini di prescrizione più lunghi per tutti i reati tributari con maggiori poteri della Giustizia nella repressione dell’evasione fiscale. Oltre al carcere per i grandi evasori, la Legge di Bilancio prevede anche il prolungamento della prescrizione; questo significa che il Fisco avrà più tempo per individuare e punire chi non paga le tasse.

Il nuovo termine di prescrizione è di 13 anni al massimo e si calcola dalla cessazione dell’intera condotta e non del singolo atto che viola le norme tributarie.

Anche la riforma della prescrizione avrà un effetto significativo sulla disciplina, come spiegheremo. Vediamo in cosa consiste la stretta agli evasori fiscali e come funzionano i nuovi termini di prescrizione.

Evasione, il Decreto fiscale sposta la prescrizione

Il Decreto fiscale 124 collegato alla Legge di Bilancio 2020 contiene diverse disposizioni contro l’evasione, tra queste l’allungamento dei termini per la prescrizione dei reati tributari. In questo modo la giustizia guadagnerà del tempo prezioso per perseguire gli evasori senza che i reati contestati, anche qualora vengano accertati, cadano in prescrizione e quindi non siano più perseguibili dalla legge.

Tra le novità maggiori del decreto fiscale c’è l’inasprimento della pena per i grandi evasori, da 6 a 8 anni di carcere al massimo, da cui deriva conseguentemente l’allungamento della prescrizione, che si calcola appunto sul massimo stabilito dalla pena edittale.

Quindi per le fatture false, le dichiarazioni fraudolente e altri reati fiscali finalizzati all’evasione, la prescrizione scatterà dopo 11 anni. Al compimento della prescrizione il reato fiscale, qualunque esso sia, si considera estinto.

C’è poi da considerare anche l’interruzione della prescrizione, che al verificarsi di alcuni eventi interrompe i termini vigenti e fa ripartire il conteggio da capo. Questo accade ogni volta che viene posto in essere uno dei provvedimenti previsti dall’articolo 160 del Codice penale, come la sentenza di condanna, il fermo, l’arresto, l’interrogatorio o l’applicazione di misure cautelari personali. In presenza di due o più di questi atti, il termine di prescrizione inizia a decorrere dal giorno dell’ultimo provvedimento in ordine cronologico. In ogni caso è vietato superare di oltre un quarto il termine prescrizionale originario, quindi 13 anni al massimo.

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Evasione, cosa cambia con la Riforma della prescrizione

Le novità non sono finite perché il 1° gennaio 2020 entrerà in vigore la Riforma della prescrizione voluta dal Ministro Bonafede, che modifica in maniera sostanziale lo scorrere dei termini prescrizionali.

La riforma modifica il momento dal quale per i reati tributari la prescrizione inizia a decorrere: non più nel momento in cui l’evasore commette ogni singola violazione tributaria ma da quello in cui si interrompe la continuazione della condotta. Infatti la falsificazione delle fatture, come gli altri reati tributari, non si esauriscono in una condotta unica ma sono reati “continuati” vale a dire che vengono commessi anche in tempi diversi ma sempre con il fine di evadere il Fisco.

Questo significa che i termini di prescrizione verranno spostati notevolmente in avanti, cosa che insieme a quanto previsto dal decreto fiscale e dell’istituto dell’interruzione della prescrizione rende i reati tributari quasi imprescrittibili.

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