Fase di prolungato ottimismo, un ampio rimbalzo o inizio di un nuovo mercato toro? In esclusiva per Money.it i pareri di Vincenzo Longo, market strategist per IG, Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades ed Edoardo Fusco Femiano, market analyst di eToro
Dopo un primo trimestre da incorniciare (il migliore da circa 20 anni per Wall Street), i mercati continuano a segnare nuovi massimi avvicinandosi ai vecchi top abbandonati nel corso degli ultimi mesi del 2018.
I toni più accomodanti delle Banche centrali hanno fatto gran parte del lavoro, fornendo ulteriore carburante a quello che inizialmente si pensava fosse solo un «rimbalzo del gatto morto».
La situazione appare quindi positiva, in un contesto dove i dati macroeconomici sono in via di miglioramento ma ancora contrastanti nel loro complesso. L’incognita, però, rimane sempre sullo sfondo: quanto durerà ancora il rally dei mercati?
Per rispondere a questo quesito abbiamo interpellato gli analisti e i market strategist dei principali broker e intermediari sul mercato. Ecco cosa ne pensano gli esperti.
Il rally delle Borse: sommario
Vincenzo Longo (IG): banche centrali e dati macro sostengono il mercato
Vincenzo Longo, market strategist di IG, attribuisce gran parte dei meriti sul rally dei mercati alle banche centrali.
«Da marzo il mercato ha iniziato a mettere in conto che le Banche centrali si sono spostate verso un atteggiamento più accomodante. Questo ha sicuramente indebolito i timori degli operatori che già pensavano ad un rallentamento economico unito al fatto che gli istituti centrali avevano ancora in mente di andare avanti con il rialzo dei tassi di interesse compromettendo così ulteriormente la crescita. Il cambio che c’è stato prima con la BCE e poi con la Fed, in qualche modo ha aperto a questo stop della politica restrittiva che aveva già preso il largo soprattutto negli Stati Uniti, e questo è piaciuto agli operatori», ha detto Longo.
Tutto questo però, va sottolineato, sta trovando ulteriore linfa in dati macroeconomici che secondo Longo non sono poi così male, soprattutto negli Stati Uniti dove «la situazione congiunturale non è bruttissima».
«C’è un rallentamento che emergerà probabilmente con i dati che vedremo tra una settimana sul Pil del primo trimestre, ma non dovrebbero essere negativi. Quindi, gli operatori da un lato apprezzano che l’economia non sta andando così male e dall’altro con il fatto che la Banca centrale Usa si è detta comunque pronta a sospendere il rialzo del costo del denaro, anzi lo ha già fatto e manterrà questa view probabilmente per l’intero anno. Questo è un mix importante per gli operatori che stanno apprezzando la sospensione del processo di normalizzazione dei tassi e il fatto che l’economia sta andando bene», argomenta lo strategist.
Bisogna tenere conto però che se le cose dovessero continuare così, quindi con dati positivi e in generale sopra le attese, arriverà un momento in cui la Fed tornerà a considerare l’ipotesi di un rialzo dei tassi di interesse, probabilmente nell’ultimo meeting dell’anno, a dicembre, «quindi attenzione» predica Longo.
Per quanto concerne l’Europa si trova ad un punto di svolta dopo i brutti dati dell’attività economica degli ultimi mesi, e questo si può osservare soprattutto grazie agli indici anticipatori, per esempio lo ZEW che ha battuto le attese, così come l’IFO e anche i PMI stanno evidenziando segnali di miglioramento.
Carlo Alberto De Casa (ActivTrades): qualcuno rimarrà con il cerino in mano
Carlo Alberto De Casa, chief analyst di ActivTrades, conferma il periodo positivo dei mercati, anche se le incognite all’orizzonte non mancano. Un di queste è la Brexit, che l’analista del broker anglosassone vive in prima persona dalla posizione privilegiata delle sale operative della city.
«La Brexit è stata posticipata, mentre per quanto riguarda le elezioni europee bisogna attendere cosa capiterà con l’avanzata dei populisti. La questione Cina-Stati Uniti non è definitivamente risolta e le Borse comunque tendono in qualche modo a trascurare tutto ciò, continuando il loro percorso rialzista», ha spiegato De Casa.
In questo quadro ci troviamo ad un passo dai massimi assoluti per gli Stati Uniti, mentre l’Italia è invece ancora lontana dai top segnati a maggio dell’anno scorso. Per De Casa in questo momento «c’è il rischio che qualche investitore rimanga con il cerino in mano: tra gli operatori c’è la sensazione che, dopo tutti questi anni di salita si possa verificare una inversione». Per implementare strategie trend following in questa fase sarebbe meglio attendere un movimento correttivo prima di una continuazione della salita, «anche se per il momento sembra che i mercati vogliano solo continuare al rialzo».
Ampliando lo sguardo anche su altri mercati la situazione è simile: «vedo uno scenario interessante sul petrolio che continua a salire in scia alle attese dei tagli OPEC e dopo la neutralizzazione di ogni paura sul possibile eccesso della produzione».
Soffre invece l’oro che ha perso quota 1.300 dollari l’oncia. Così De Casa sul mercato aurifero: «Lo scenario di breve termine sul metallo giallo è di debolezza, sarà importante monitorare se 1.280 dollari vengono nuovamente recuperati o se i corsi effettueranno un pullback per poi continuare la discesa. Nel secondo caso il primo target sarebbe in area 1.260-1.250 dollari. Tuttavia se le Borse dovessero stornare, l’oro tornerebbe di nuovo sotto i riflettori. Scenario quindi positivo a parer mio, ma attenzione perché l’incognita resta dietro l’angolo».
Femiano (eToro): accordo Usa-Cina e rinvio Brexit fattori positivi
Nell’intervento settimanale su Money.it Edoardo Fusco Femiano, market analyst per eToro, ha sottolineato che nel corso di questo rally azionario, il dividend yield dell’S&P 500 è passato da circa il 2,2% all’1,9%. In parallelo, il rendimento del Treasuries USA a 10 anni è passato da un massimo di 3,25% all’attuale 2,5%.
Per Femiano «tale raffronto ci dice due cose: in primis che gran parte di questo rally è figlio dell’atteggiamento dovish della Fed e, di conseguenza, delle altre banche centrali. In secondo luogo ritengo che le valutazioni stanno tornando su livelli piuttosto alti. Ricordiamo che il minimo di rendimento implicito dell’S&P 500 è pari all’1,73%, a gennaio 2018. Tuttavia, a queste condizioni ritengo ci sia ancora spazio di apprezzamento, sia pur limitato, per i mercati azionari», spiega l’esperto di eToro.
Secondo Femiano inoltre quelli che prima erano fattori critici per i mercati si sono rivelati positivi: parliamo della guerra commerciale Usa-Cina e della Brexit. «Sul piano geopolitico il quadro è decisamente più rassicurante, con l’accordo USA-Cina in dirittura d’arrivo e la Brexit rinviata ad ottobre. Su questo fronte, l’unico rischio all’orizzonte potrebbe essere quello dell’inizio di un conflitto commerciale USA-Europa, con quest’ultima che peraltro va incontro ad un round elettorale delicato e del quale non conosciamo quale assetto politico uscirà dalle urne. Trump quindi potrebbe approfittarne, con l’idea di far prevalere le ragioni commerciali americane di fronte ad un’Europa alla ricerca di una nuova identità politica», ha concluso l’analista di eToro.
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