Il rinnovato atteggiamento degli istituti centrali, gli accordi Usa-Cina in dirittura d’arrivo e il posticipo della Brexit ad ottobre sono fattori positivi che potranno contribuire ad una prosecuzione del rialzo delle Borse. L’unico rischio all’orizzonte potrebbe essere quello dell’inizio di un conflitto commerciale tra Usa ed Europa
Il rinnovato atteggiamento delle Banche centrali relativamente alla loro future mosse di politica monetaria potrebbe contribuire ad allungare il ciclo economico e sostenere gli asset a rischio.
Inoltre alcune criticità di carattere geopolitico come gli accordi tra Usa-Cina, che sembrerebbero in dirittura d’arrivo, oltre che il posticipo della Brexit, potrebbero aiutare la risalita delle Borse. Ma i margini di risalita al momento paiono molto ridotti.
Banche centrali più prudenti con taglio previsione crescita
La previsione di crescita globale è stata di recente rivista al ribasso da parte del Fondo monetario internazionale da quasi il 4% a meno del 3,5%. L’Europa in questo contesto rappresenta il principale fattore a cui si deve questa revisione negativa.
Le prospettive sulle crescita globale è bastata ai banchieri centrali per decretare una pausa nel processo di normalizzazione dei tassi di interesse, cambiamento facilitato inoltre dalla mancanza di inflazione.
Anzi, dall’ultima lettura dei verbali della Fed è emerso un atteggiamento più prudente da parte della Banca centrale Usa, che ha messo in luce le nuove considerazioni del Board. Powell potrebbe cambiare idea sul prossimo andamento del costo del denaro.
«Nel corso di questo rally azionario, il dividend yield dell’S&P 500 è passato da circa il 2.2% all’1.9%. In parallelo, il rendimento del Treasuries USA a 10 anni è passato da un massimo di 3.25% all’attuale 2.5%.Tale raffronto ci dice due cose: in primis, gran parte di questo rally è figlio dell’atteggiamento dovish della Fed e, di conseguenza, delle altre banche centrali», sostiene Edoardo Fusco Femiano, Market analyst per eToro.
Membri del Board Fed non escludono un taglio dei tassi
Alcuni membri della Federal Reserve non sembrano propensi ad escludere in modo categorico l’idea di un taglio dei tassi di interesse. L’approccio maggiormente accomodante delle Banche centrali sta compensando quindi l’impatto di una crescita evidentemente più lenta.
Tuttavia il rally che ha caratterizzato il primo trimestre 2019 potrebbe non ripresentarsi nelle medesime modalità e forza anche in questo secondo trimestre dell’anno.
«Le valutazioni stanno tornando su livelli piuttosto alti. Ricordiamo che il minimo di rendimento implicito dell’S&P 500 è pari all’1,73%, a gennaio 2018. Tuttavia, a queste condizioni ritengo ci sia ancora spazio di apprezzamento, sia pur limitato, per i mercati azionari», sottolinea l’esperto di eToro.
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«Sul piano geopolitico, inoltre, il quadro è decisamente più rassicurante, con l’accordo USA-Cina in dirittura d’arrivo e la Brexit rinviata ad ottobre. Su questo fronte, l’unico rischio all’orizzonte potrebbe essere quello dell’inizio di un conflitto commerciale USA-Europa», prosegue Femiano.
«L’Europa va incontra ad un round elettorale delicato e non conosciamo quale assetto politico uscirà dalle urne. Trump quindi potrebbe approfittarne, con l’idea di far prevalere le ragioni commerciali americane di fronte ad un’Europa alla ricerca di una nuova identità politica», conclude il Market analyst di eToro.
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