Prosek: così la Croazia sta sfidando il Prosecco italiano

Andrea Pastore

22/09/2021

Via libera alla domanda di Zagabria per la denominazione protetta del Prosek. La palla passa in sede europea.

Prosek: così la Croazia sta sfidando il Prosecco italiano

È battaglia tra il Prosek e il Prosecco.

La “Guerra delle bollicine” tra Italia e Croazia continua in sede europea. La Commissione Europea ha accettato la domanda di protezione della parola “Prosek” rivendicata dalla Croazia per quanto riguarda quattro vini a denominazione protetta. Dopo il recepimento della domanda di protezione, la norma vuole che siano previsti due mesi per potersi opporre nelle sedi opportune.

Il caso rientra nel c.d. “Italian Sounding”, ossia quel fenomeno consistente nell’uso di parole così come di immagini, combinazioni cromatiche, riferimenti geografici, marchi evocativi dell’Italia per promuovere e commercializzare prodotti – soprattutto, ma non esclusivamente agroalimentari – che in realtà non sono Made in Italy.

Prosek: le reazioni della politica

La proposta di riconoscimento da parte della Croazia della menzione tradizionale Prosek è irricevibile e il Governo darà battaglia in Europa perché venga respinta”. Queste le parole del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli dette in aula al Senato, durante l’informativa sulla richiesta di riconoscimento della denominazione protetta che è sulla falsariga di un prodotto di spicco dell’Italia, ossia il Prosecco.

Continua Pautanelli rassicurando che “dalla pubblicazione della richiesta croata avvenuta proprio oggi decorrono i 60 giorni per presentare le proprie osservazioni e opposizioni”.

Difatti, il ministro delle Politiche Agricole ha incontrato a Firenze il commissario dell’Agricoltura dell’Unione Europea che, a detta di Patuanelli, lo ha rassicurato sul fatto che le rivendicazioni italiane saranno tenute in dovuta considerazione.

Fulvia Caligiuri (Forza Italia) e Gianpaolo Vallardi (Lega) lamentano la ricezione della domanda di protezione per il “Prosek”, affermando che la vicenda è l’ennesimo attacco al Made in Italy. Andrea Ferrazzi (Pd), in un’ottica di strategia europea, propone l’alleanza con Francia e Spagna sui vini, ha spiegato che: “Con noi producono più del 50% del vino mondiale”. Mentre si discute in aula, Fratelli d’Italia ha organizzato un flashmob davanti Palazzo Madama. Il capogruppo di FdI, Luca Ciriani ha spiegato “che siamo qui per denunciare il rischio che l’ennesima eccellenza italiana venga travolta dai furbi e dai falsificatori”.

Anche le associazioni di categorie contrarie alla decisione dell’UE

L’Uiv, Unione italiana vini, ha già annunciato che farà squadra con Francia, Spagna, Portogallo e Germania affinché le federazioni dei vini di questi paesi presentino una mozione contro la decisione della Commissione.

L’Italia sembra dimostrarsi compatta verso la decisione dell’Unione Europea di recepire la domanda di protezione della denominazione. Infatti, dopo l’Uiv, anche la Coldiretti, da sempre alfiere dei prodotti agroalimentari italiani, nella persona del suo presidente, Ettore Prandini, afferma che la decisione “rovina il record storico dell’export di Prosecco nel mondo, cresciuto del 35% nei primi sei mesi del 2021”.

Inoltre, il rappresentante del gruppo afferma che la decisione della Commissione contraddice la sentenza della Corte di Giustizia europea 154/2021.

Cosa dice la sentenza 154/2021

La sentenza si riferisce alla controversia nata tra Spagna e Francia sull’utilizzo del termine Champanillo che, a detta del Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne francese, avrebbe avuto ripercussioni sulla tutela dei prodotti francesi.

In un comunicato stampa la Corte di Giustizia, richiamando il regolamento europeo n. 1038/2013 dichiara che

Il regolamento protegge le DOP da condotte relative sia a prodotti che a servizi. Detto regolamento, infatti, è diretto essenzialmente a garantire ai consumatori che i prodotti agricoli muniti di un’indicazione geografica registrata presentino, a causa della loro provenienza da una determinata zona geografica, talune caratteristiche particolari.

Dalle reazioni della politica e delle associazioni di categoria l’Italia sembra comprendere quanto è importante tutelare il Made in Italy in ottica di un avanzo della bilancia dei pagamenti. Di fatti, i prodotti agroalimentari italiani sono famosi per essere richiesti nelle migliori tavole del mondo, occidentale e non.

Per tutelare l’export l’Italia dovrà fare squadra anche in un momento così complicato come la pandemia, dove l’arco della politica sembra essere sempre più diviso.

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