La pulizia nelle scuole è a rischio per i prossimi due mesi fino a quando il 1° marzo non verrà internalizzato il servizio con le assunzioni previste del personale ATA. Intanto alcuni ex LSU sono senza contratto e rischiano il posto. Vediamo perché.
Un problema quello della pulizia nelle scuole che potrebbe presentarsi nei prossimi due mesi. Un rischio che è già realtà per alcuni Istituti scolastici d’Italia, ma perché?
Manca il personale e questo per via del nuovo concorso scuola per il personale addetto alle pulizie che viene internalizzato e diventa ATA.
Sono scaduti l’8 gennaio i termini, che erano stati prorogati, per la presentazione della domanda da parte degli ex LSU che da almeno 10 anni lavorano nelle scuole come addetti alle pulizie con ditte esterne appaltate.
Con il nuovo concorso si vuole internalizzare il servizio e gli addetti alle pulizie ex LSU diventano personale ATA a tutti gli effetti. I posti a disposizione sono 11.263 e oltre a un problema di parte di personale che rimarrà senza lavoro, si pone anche quello del ritardo da parte del Miur nel visionare le domande pervenute mediante procedura online e predisporre le assunzioni entro il 1° marzo.
Fino a quella data, anche se il servizio dovrebbe essere ancora garantito dalle ditte esterne, la pulizia nelle scuole è davvero a rischio. Vediamo perché.
La pulizia nelle scuole è a rischio: posti vacanti e turni sfiancanti
La pulizia nelle scuole è seriamente a rischio e il motivo è chiaro: in attesa che si completino le assunzioni del nuovo personale per le pulizie che diventerà ATA come stabilito dal Decreto scuola approvato lo scorso dicembre, alcuni degli ex LSU restano senza contratto.
Gli attuali addetti alle pulizie nelle scuole che lavorano per ditte esterne che hanno gli appalti negli Istituti e che con buona probabilità (non tutti) diventeranno interni come personale ATA, in attesa che arrivi marzo si ritrovano senza lavoro.
Il motivo è chiaro: le ditte di pulizie il cui servizio è appaltato dalle scuole potrebbero non aver prorogato il servizio fino a fine febbraio.
I casi sono stati rilevati dal sindacato UIL che ha denunciato lo scioglimento dei contratti per molti ex LSU o il mancato pagamento dei contratti in proroga.
Un caso emblematico registrato in questi giorni è quello di una scuola di Salerno per bambini e ragazzi dai 3 ai 13 anni, una maxi-scuola, che è rimasta senza ditta di pulizie che, fallita, non ha prorogato il contratto.
Il personale presente è pertanto costretto a coprire turni di 9 ore per sopperire alle mancanze ed essendo la scuola molto grande non si garantisce la pulizia accurata di tutti i locali.
Una situazione di emergenza sottolineata dal dirigente scolastico, ma anche da Rosa Cirillo, Responsabile del Dipartimento dei Dirigenti scolastici UIL Scuola, in un comunicato.
Le ditte esterne che garantivano il servizio di pulizia nelle scuole in molti casi, non rispettando la proroga prevista dal Decreto scuola, hanno sospeso i contratti. Le ditte che avrebbero dovuto comunque garantire il servizio dal 1° gennaio al 29 febbraio 2020 (come stabilito dalla nota 30064 del 20 dicembre 2019 del MIur) non hanno prorogato e il rischio sono disservizi e scuole sporche.
Intanto arriva la proposta dei sindacati, in questo caso dal segretario generale della Cisl Scuola Maddalena Gissi, che pensa a supplenti per la pulizia nelle scuole o comunque delle soluzioni per garantire il corretto svolgimento delle lezioni nel rispetto delle norme igieniche.
La situazione è precaria, da questo punto di vista, in molte scuole della provincia di Napoli rimaste senza ex LSU per le pulizie.
Pulizia nella scuola: a rischio molti posti di lavoro
Non solo gli attuali addetti alla pulizia nelle scuole sono rimasti senza contratto e stipendio, ma a rischio ci sono molti posti di lavoro con la nuova internalizzazione del personale ATA a partire dal 1° marzo.
Dei circa 16mila lavoratori delle pulizie nelle scuola oggi all’attivo, da marzo almeno 5mila resteranno senza posto di lavoro. Le assunzioni del nuovo personale ATA interno copriranno solo 11.263 posti.
Proprio per questo motivo, anche a fronte del problema degli attuali ex LSU rimasti senza contratto, i sindacati di categoria hanno proclamato lo sciopero per il 21 gennaio 2020.
CGIL, CISL e UIL chiedono un tavolo congiunto per fronteggiare la situazione con tre ministeri: Istruzione, Lavoro ed Economia. Anche le ditte che fino a oggi hanno servito le scuole per le pulizie si dimostrano preoccupate per le ricadute economiche che l’internalizzazione avrà.
Intanto per mettere sul tavolo delle soluzioni concrete e tutelare i lavoratori delle pulizie il cui posto è a rischio un incontro tra sindacati e politica è previsto per il 23 gennaio.
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