Atteso a breve il nuovo Piano industriale di Poste Italiane che dovrà cercare di risollevare i conti dopo le perdite registrate nei primi 9 mesi del 2017
Ritorno ai servizi tradizionali o focus su servizi bancari e assicurativi? Non è esattamente un bivio quello davanti al quale si trova Poste Italiane, che nei primi nove mesi dell’anno ha chiuso i conti in rosso.
La concorrenza nei servizi postali ha certamente influito sulle perdite, per ovviare alle quali Poste ha puntato sull’attività di banca e assicuratore.
Ma il recapito resta il cuore pulsante dell’attività e un aiuto alla ripresa in questo segmento potrebbe arrivare dal commercio elettronico.
Il futuro di Poste è nel Piano industriale che – come spiegato, nel corso della sua audizione alla Camera, dall’amministratore delegato Matteo Del Fante – sarà presentato tra dicembre e gennaio.
I conti di Poste Italiane
Consegnare lettere e pacchi non è più così redditizio per Poste Italiane, che ha chiuso i primi 9 mesi dell’anno in corso con una diminuzione degli utili e un aumento dei ricavi.
Al 30 settembre 2017, il risultato operativo consolidato è stato pari a 1,176 miliardi, l’1,7% in meno rispetto agli 1,196 miliardi di euro dello stesso periodo dell’anno precedente mentre l’utile netto di Poste Italiane è sceso a 724 milioni di euro, registrando un -10,3% rispetto agli 807 milioni dei primi 9 mesi del 2016.
In particolare, considerando il risultato operativo, la perdita registrata dalla divisione servizi postali e commerciali è stati pari a 6 milioni.
Sul fronte dei ricavi, l’incremento è stato del 2% raggiungendo i 26,3 miliardi di euro.
In salita anche le masse gestite e amministrate che nel periodo gennaio-settembre 2017 si assestano a 505 miliardi di euro registrando u +2,5% rispetto ai 493 miliardi di fine 2016.
Al netto di questo dati, è evidente che la principale fonte di business di Poste si stia lentamente spostando dai servizi postali – che sul risultato operativo hanno registrato una perdita di 6 milioni di euro - a quelli bancari come dimostra l’aumento dell’11% della raccolta diretta Bancoposta che è pari a 55 miliardi di euro.
Il futuro di Poste Italiane
In uno scenario caratterizzato da concorrenza e rivoluzione digitale, Poste Italiane vorrebbe tornare a focalizzarsi sul recapito. Una sfida affatto semplice e che sarà ben delineata nel nuovo Piano industriale la cui presentazione è attesa tra dicembre e gennaio prossimi.
Per grandi linee, ha provato a spiegare le prospettive future l’ad Del Fante che vede nel commercio elettronico una spinta alla crescita della divisione servizi postali. In particolare, nella sua audizione alla Camera, ha detto:
“Il futuro delle poste non può non passare attraverso la grande crescita nel mondo dei pacchi dovuta all’e-commerce.”
Come detto, per fronteggiare la flessione sul recapito, Poste ha puntato sui servizi bancari e assicurativi ma si sta anche cercando di contenere i costi e valutando la chiusura di qualche ufficio postale.
Il piano riduzione - che non dovrebbe riguardare i comuni con meno di 5 mila abitanti – è già stato inoltrato all’Agcom nel luglio scorso e prevede 79 chiusure e 12 rimodulazioni d’orario degli uffici.
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