Quanti soldi sta perdendo la Chiesa con l’8 per mille?

Alberto De Pasquale

23 Luglio 2024 - 14:24

I cattolici sono sempre primi per numero di preferenze dei contribuenti, ma il gettito che ricevono si sta riducendo ed è andato sotto quota un miliardo.

Quanti soldi sta perdendo la Chiesa con l’8 per mille?

In fatto di Otto per mille la Chiesa cattolica è sempre leader assoluto, anche se si tratta di un primato che si sta riducendo anno dopo anno. Dieci anni fa ai cattolici andava oltre l’80% del gettito, mentre tornando indietro di vent’anni la quota sfiorava addirittura il 90%. Oggi invece la fetta della torta si sta restringendo e non supera il 70%: in minima parte a causa dell’aumento delle confessioni religiose che ne beneficiano. Il principale motivo è una disaffezione che sta portando alla crescita dei contribuenti che scelgono di devolvere la propria parte allo Stato.

Da quasi quarant’anni l’Otto per mille è il meccanismo che, sulla base di una scelta fatta al momento della dichiarazione dei redditi, destina una quota dell’imposta di gettito Irpef allo Stato oppure alle 12 confessioni religiose che hanno stipulato un’intesa. Si tratta di una piccola cifra per il singolo contribuente, che però moltiplicata per oltre 41,1 milioni di contribuenti porta a un totale di più di 1,3 miliardi di euro, secondo i più aggiornati dati resi disponibili dal Dipartimento Finanze del Mef (referiti all’anno di imposta 2020).

La possibilità di scegliere l’istituzione a cui devolvere il proprio Otto per mille è sempre trascurata. Oggi appena il 40% circa dei contribuenti italiani decide a chi destinare la propria quota. In passato il valore era più alto, ma non superiore al 45%. Per il restante 60% si tratta quindi di scelte «inespresse». Non decidere, però, equivale a farlo fare agli altri: le scelte inespresse vengono infatti ripartite, in proporzione, sulla base di quelle espresse. Un aspetto, questo, particolarmente controverso fin dall’istituzione dell’Otto per mille nel 1985. [...]

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