Quanto costano i tamponi anti Covid nel resto d’Europa: le differenze con l’Italia

Giorgia Bonamoneta

9 Gennaio 2022 - 18:29

La corsa ai tamponi di queste ultime settimane ci ha fatto ragionare sul loro prezzo, ma quanto costano i tamponi anti Covid nel resto d’Europa?

Quanto costano i tamponi anti Covid nel resto d’Europa: le differenze con l’Italia

L’aumento dei tamponi anti Covid degli ultimi giorni, svolti per poter partecipare a feste ed eventi del periodo natalizio, ha reso evidente il livello di diffusione del virus e non solo. Si discute in particolare del costo dei tamponi. Infatti con l’aumentano dei positivi sono aumentati anche i contatti stretti, a loro volta costretti a fare un tampone per controllare lo stato di salute, cioè la possibile positività al Covid-19.

In Italia il costo dei tamponi, per quanto calmierato dal Governo, non è affatto basso. Un test rapido, spesso falso negativo e quindi rischioso, costa circa 8 euro (si trova anche a 7 euro in alcune farmacie) mentre per un tampone antigenico si arriva a pagare 15 euro. Senza contare il costo del tampone molecolare, che varia da regione a regione e da ospedale a ospedale e il cui costo medio si aggira intorno ai 70-75 euro. Se si fa un calcolo per un famiglia di 4 persone si arriva a spendere fino a 60 euro per un solo controllo.

Nella pandemia non siamo soli e il resto d’Europa è stato costretto a fare i conti con la quarta ondata con un largo anticipo rispetto all’Italia. Ogni Paese ha affrontato l’onda Omicron con le proprie disposizioni, ma anche guardando i vicini. Forse è il caso di guardarsi intorno e scoprire quanto costano i tamponi nel resto d’Europa.

Quanto costano i tamponi nel resto d’Europa (differenze con l’Italia)

Guardiamo ai nostri vicini europei per capire in che modo hanno organizzato l’apparato di monitoraggio e tracciamento del SARS-CoV-2 e le sue variante più diffuse. Per esempio in Francia, dove il tampone è gratuito per tutti i cittadini vaccinati, lo stato ha speso oltre 1 miliardo di euro nel mese di dicembre. Non è l’unico Paese che ha deciso di sborsare di tasca propria il costo totale dei tamponi, anche Olanda, Grecia, Danimarca e Croazia seguono lo stesso ragionamento.

In Belgio, vicino francese, il costo del test PCR e molecolare è abbastanza alto, simile al prezzo italiano. Per il primo (PCR) si arriva a pagare fino a 40 euro, prezzo calmierato rispetto al passato, quando si poteva pagare anche fino a 50 euro; mentre per il test antigenico “bastano” 30 euro.

La Germania le ha provate tutte, partendo dai tamponi gratuiti di questa estate, decidendo infine, quando i casi sono aumentati in maniera preoccupante, di reintrodurre il prezzo convenzionale per i non vaccinati e per i turisti. In media il prezzo del test antigenico superava i 50 euro. Con il ritorno dalle vacanze natalizie le regole cambiano ancora, per esempio tutti hanno a disposizione un tampone gratuito a settimana (o più) per rispondere all’aumento dei contagi.

L’Austria ha adottato un metodo simile a quello tedesco e francese: i tamponi sono gratuiti e sono svolti direttamente sul posto di lavoro. Nel Paese però esiste l’obbligo vaccinale, a partire da febbraio (anche se con qualche rischio di ritardo sulla data annunciata), con una multa da 600 euro e fino a un massimo di 4.800 euro per non si vaccina.

Perché la differenza tra Italia ed Europa è poca o nulla

I tamponi in molti Paesi europei sono gratuiti, lo abbiamo scritto nel precedente paragrafo. Allora perché in Italia il costo è alto o non fa distinzioni tra vaccinati e non vaccinati? La decisione deriva dal contesto sociale, dal numero dei vaccinati e da quello che compone lo “zoccolo duro” dei no-vax.

Fin dall’inizio del suo governo Mario Draghi ha sempre dichiarato, con toni e parole forti, che non vaccinarsi vuol dire morire. L’obiettivo di questo Governo sembra quindi essere quello di far vaccinare tutta la platea di popolazione vaccinabile in maniera gratuita e risparmiare sul costo del tampone.

Una presa di posizione precisa, lo stesso pugno duro utilizzato nell’estensione del green pass per tutti i lavoratori dal 15 ottobre del 2021. Una durezza contro i non vaccinati che però è parsa vacillare con la decisione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 e la conseguente multa di appena 100 euro per chi decide di non farlo, cioè meno del costo dei tamponi poter continuare a usufruire del green pass ordinario.

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