La prima giornata di votazioni per il Quirinale si conclude in un nulla di fatto prevedibile: cronaca di una giornata di selfie e tante chiacchiere, ma con l’intesa ancora lontana.
L’elezione arriverà tra la quarta e la sesta votazione, si vocifera nei corridoi di Montecitorio. La prima votazione per scegliere il nuovo capo dello Stato non è neanche iniziata: alla Camera i primi deputati, senatori e delegati regionali iniziano a incontrarsi, salutarsi, scambiarsi un parere sul successore di Sergio Mattarella. Ma sembrano essere già consapevoli che la prima chiama finirà in un nulla di fatto.
Servirà probabilmente aspettare giovedì, si dicono nei capannelli che si creano tra il Transatlantico, i corridoi e il giardino interno di Montecitorio. Tutti attendono notizie dagli incontri tra i leader di partito. In tanti stanno al telefono: c’è chi chiama, chi aspetta aggiornamenti su Whatsapp e chi usa lo smartphone per capire cosa sta succedendo consultando agenzie e giornali.
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Si vota: domina la scheda bianca
“Scheda bianca”, sussurra qualcuno con un interlocutore al telefono come se avesse appena ricevuto conferma del da farsi per questa prima votazione. L’inizio della votazione sembra andare avanti nella confusione. “Non vedo grandi kingmaker”, afferma un grande elettore dando perfettamente l’idea di quanto siano ancora in alto mare le trattative, ma anche di come manchi un leader in grado di prendere la palla in mano e indirizzare la partita.
Parte la votazione: il primo è Umberto Bossi. Il fondatore della Lega subito dopo aver votato si ferma in cortile - sulla sedia a rotelle e con il suo sigaro - a chiacchierare con i cronisti e con tanti deputati e senatori che lo salutano con affetto dopo la sua lunga assenza nei palazzi romani.
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La Repubblica dei selfie
In cortile, intanto, i grandi elettori sembrano pensare più ai loro social che all’elezione, ancora lontana almeno per oggi: la fontana al centro del cortile interno di Montecitorio diventa lo scenario perfetto per i selfie di deputati, senatori, delegati regionali e dei tanti assistenti e collaboratori presenti per l’occasione. C’è chi si mette in posa, chi finge naturalezza mentre qualcuno gli scatta una foto e chi non sembra proprio nascondere l’emozione di essere per la prima volta alla Camera per un voto così importante.
Il Covid party
La prima elezione del presidente della Repubblica in epoca Covid non può che essere argomento di discussione tra i parlamentari e i delegati regionali. Qualcuno definisce la situazione della Camera come un “Covid party” per l’alto numero di persone che si ritrovano a Montecitorio, tutte rigorosamente con mascherine Ffp2. Qualcun altro scherza dicendo che giovedì tutti gli elettori dovranno votare dal parcheggio allestito per i positivi all’esterno della Camera. Anche in quest’occasione l’argomento Covid non può mancare.
I pronostici e le intese
Arrivano anche i big. Per qualche minuto Matteo Renzi si prende la scena in Transatlantico, accerchiato da parlamentari e giornalisti. Poi è il turno di Luigi Di Maio: il ministro degli Esteri si mette in un angolo a parlare con un gruppetto di deputati, poi con i cronisti: “Sono contro il gioco d’azzardo”, ironizza quando gli si chiede un pronostico sull’elezione del presidente della Repubblica. Nessuno si sbilancia per il momento, anche se qualcuno prova a spingere con più forza sul nome di Draghi, magari per un’elezione già dal terzo scrutinio con i voti dell’attuale maggioranza di governo. Resta però il doppio binario: è una partita a incastro e il Quirinale non può essere considerato senza valutare cosa succederà a Palazzo Chigi.
La votazione prosegue: si conclude la chiama dei senatori. L’euforia del primo momento sembra quasi esaurita. Pian piano il Transatlantico diventa più silenzioso. In tanti lasciano la Camera o, quantomeno, i corridoi davanti l’Aula. I confronti tra i leader vanno avanti, ma senza novità sostanziali che sembrano rinviate ai prossimi giorni.
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Vince la scheda bianca
Il risultato era prevedibile: la prima votazione si conclude con un nulla di fatto. La maggioranza degli elettori ha scelto la scheda bianca non esprimendo alcuna preferenza. Non mancano i soliti nomi a sorpresa: da Alberto Angela a Craxi, da Bossi ad Amadeus. E non mancano preferenze a Berlusconi, Mattarella, Belloni e Casellati. La vera partita, però, oggi si è giocata fuori dall’Aula con l’apertura del dialogo tra i leader dei vari partiti. A Montecitorio, intanto, nella prima giornata prevale la noia.
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