Con Quota 100 tornano le finestre mobili: la domanda per il pensionamento potrà essere presentata ogni 3 o 4 mesi. Tempi più lunghi per Opzione Donna.
In attesa che venga approvata la Legge di Bilancio 2019 emergono ulteriori indiscrezioni sul funzionamento della Quota 100, la misura che consentirà l’uscita dal lavoro a coloro che hanno compiuto 62 anni di età e che hanno maturato 38 anni di contributi.
Nel dettaglio sembra che per la Quota 100 il Governo intenda ripristinare il meccanismo delle finestre di accesso alla pensione, sperimentate già con la legge delega 234/2004 e rimaste in vigore fino al 2010 (fu la Legge Fornero a toglierle).
Qualora dovessero tornare le finestre di accesso, che sarebbero limitate alla sola Quota 100 - più alle altre misure che ancora oggi le prevedono - al raggiungimento dei requisiti suddetti non si potrà andare immediatamente in pensione poiché bisognerà attendere le scadenze prestabilite dal Governo.
Le date della Quota 100: come funzionano le finestre mobili
Per contenere i costi della flessibilità in uscita il Governo dovrebbe quindi ripristinare le finestre di accesso, consentendo i pensionamenti anticipati solamente in alcune date specifiche. In questo modo si spera di evitare l’uscita in contemporanea di un enorme flusso di lavoratori, dando così all’azienda o all’amministrazione di impiego il tempo necessario per organizzare un piano assunzioni per far fronte alle uscite (con Quota 100 si stimano circa 400mila pensionamenti straordinari).
Nel dettaglio, con il termine “finestra” si intende il periodo di tempo che trascorre dalla data di maturazione dei requisiti per la pensione - con Quota 100 in questo caso specifico - e la liquidazione dell’assegno previdenziale da parte dell’ente pensionistico di corrispondenza.
Come noto la prima finestra di accesso dovrebbe essere in programma ad aprile 2019, dal momento che Quota 100 non partirà immediatamente con l’avvento del nuovo anno. Solo coloro che entro questa data soddisfano i requisiti necessari per anticipare l’uscita dal lavoro - almeno 62 anni di età e minimo 38 anni di contributi - potranno andare in pensione; chi invece li matura successivamente dovrà attendere l’apertura della finestra di accesso successiva.
Chi matura i requisiti per Quota 100, quindi, non conseguirà l’assegno previdenziale già dal primo giorno del mese successivo di maturazione, come avviene per la maggior parte delle misure previdenziali ad eccezione di quelle che prevedono una finestra mobile, bensì dovrà attendere per qualche mese.
Nel dettaglio, sembra che il Governo abbia intenzione di prevedere dalle 3 alle 4 finestre di accesso ogni anno, nelle seguenti date: partendo da aprile, ce ne sarebbe un’altra a luglio, poi una ancora ad ottobre ed infine a gennaio.
Nel periodo che va dalla maturazione dei requisiti suddetti all’apertura della prima finestra di accesso utile, comunque, il richiedente potrà continuare a lavorare visto che non percepisce alcun trattamento per la pensione.
Finestre mobili anche per Opzione Donna
Come noto, un’altra misura che farà parte della riforma delle pensioni - che ricordiamo oggi sarà inserita in Legge di Bilancio - è l’Opzione Donna. Questa misura sperimentale sarà rinnovata consentendo alle donne che non possono accedere a Quota 100, vista la difficoltà di maturare 38 anni di contributi, di andare in pensione all’età di 57 anni e 7 mesi (58 e 7 mesi nel caso delle autonome) e con 35 anni di contributi.
Ebbene, ricordiamo che anche Opzione Donna prevede delle finestre mobili, differenti però da quelle che potrebbero essere applicate per Quota 100. Chi anticipa l’uscita dal lavoro ricorrendo all’Opzione Donna, infatti, non deve attendere dai 3 ai 4 mesi, bensì almeno un anno.
Nel caso delle lavoratrici subordinate, infatti, la finestra mobile è di 12 mesi; quindi all’età di 57 anni e 7 mesi si può fare domanda per la pensione, ma l’assegno previdenziale verrà erogato con un anno di “ritardo”. È persino più lunga la finestra mobile per le lavoratrici autonome, le quali devono attendere 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti suddetti per andare effettivamente in pensione.
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