RSPP: cosa fa il Responsabile del servizio di protezione e prevenzione?

Isabella Policarpio

17/10/2019

RSPP, Responsabile del servizio di protezione e prevenzione, è la figura aziendale che formula il piano di prevenzione dei rischi e ne controlla il rispetto. Qui funzioni, disciplina, requisiti per divenatarlo e responsabilità.

RSPP: cosa fa il Responsabile del servizio di protezione e prevenzione?

Il Rappresentante del servizio di protezione e prevenzione (RSPP) è una figura aziendale fondamentale, in quanto preposta alla stesura del piano di prevenzione e alla salvaguardia dell’integrità psicofisica dei dipendenti.

La legge 81/2008 ne ha sancito l’obbligatorietà in particolari ambienti aziendali ed anche le funzioni ed i requisiti. Infatti, il RSPP svolge un ruolo per il quale occorrono specifiche competenze, acquisibili tramite un corso di formazione, diviso in tre moduli, oppure in seguito al conseguimento del diploma in determinate classi di laurea.

La sua attività è strettamente correlata con quella del datore di lavoro (ove non coincidano), del medico competente e del Rappresentante dei lavori per la sicurezza (RLS).

Tra le sue funzioni: la valutazione dei rischi, l’elaborazione delle misure preventive e la progettazione dei corsi di formazioni dei lavoratori.

RSPP: la disciplina normativa

La legge 81/2008 ha ribadito la fondamentale importanza del ruolo del Rappresentante dei servizi per la protezione e protezione aziendale (RSPP), figura indispensabile in ogni azienda o unità produttiva per determinare e vigilare le corrette misure di protezione e prevenzione dei lavoratori.

Si tratta di una figura istituita nel 1994 ma che solo con la riforma del 2008 è diventata obbligatoria. Egli è una figura con particolari competenze in materia di prevenzione e sicurezza e si occupa della protezione dei lavoratori sotto molteplici aspetti, sia dell’integrità fisica che psichica.

La sua attività è strettamente connessa con quella del Responsabile dei lavoratori per la sicurezza e del medico competente, soggetti chiamati a collaborare con il datore di lavoro al fine di garantire delle condizioni di lavoro adeguate agli standard di sicurezza nazionale ed elaborare insieme il Documento di valutazione dei rischi.

RSPP: le funzioni

Il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione svolge le sue funzioni in concerto con il datore di lavoro, il medico competente ed il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.

Nello specifico, il RSPP deve:

  • individuare i fattori di rischio e le misure per la sicurezza dei lavoratori;
  • elaborare le misure preventive e protettive ed i sistemi di controllo;
  • progettare la formazione e l’aggiornamento dei lavorati in tema di prevenzione dei rischi;
  • partecipare alle riunioni periodiche e alla consultazioni sulla materia;
  • essere un punto di riferimento per gli altri lavoratori.

In alcune circostanze non è necessario ricorrere ad un RSPP perché le sue funzioni possono essere svolte direttamente dal datore di lavoro. Ciò dipende dalla tipologia di azienda:

  • aziende artigiane o industriali fino a 30 dipendenti;
  • aziende agricole o zootecniche fino a 10 dipendenti;
  • aziende ittiche fino a 20 dipendenti;
  • altri settori fino a 200 dipendenti.

Il datore di lavoro può essere il Responsabile del servizio di protezione e prevenzione solo dopo aver frequentato uno specifico corso di formazione di 48 ore sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

In tutti gli altri casi, il datore di lavoro sceglie il RSPP tra i dipendenti dell’azienda, dopo averne accertato le conoscenze professionali, oppure, se lo ritiene più opportuno, può rivolgersi ad una figura professionale esterna.

RSPP: requisiti e formazione

Per diventare Responsabile del servizio di prevenzione e protezione è necessario possedere precisi requisiti, indicati dalla legge 81/2008.

In particolare, occorre frequentare un corso diviso in tre moduli: A, B e C. Tuttavia la legge stabilisce che chi possiede determinati diplomi di laurea è esonerato dalla frequenza dei primi due. Queste classi di laurea sono:

  • ingegneria civile e ambientale;
  • ingegneria dell’informazione;
  • ingegneria industriale;
  • scienze dell’architettura;
  • scienze e tecniche dell’edilizia.

Dunque, chi possiede uno di questi titoli è tenuto a frequentare solo il modulo C, che ha ad oggetto la prevenzione e protezione dai rischi sotto ogni aspetto: di natura psicologica, come lo stress lavoro-correlato, di natura ergonomica e per la salute dei lavoratori.

Chi non possiede uno dei titoli di laurea sopra indicati, invece, è tenuto a frequentare tutti e tre i moduli, che hanno ad oggetto l’approfondimento della normativa di riferimento, lo studio per macro e micro settori merceologici e l’organizzazione della prevenzione aziendale.

In ogni caso, con o senza laurea, i RSPP sono tenuti a frequentare dei corsi di aggiornamento ogni 5 anni.

La responsabilità del RSPP

Tutte le funzioni del RSPP devono essere svolte nell’assoluta neutralità e imparzialità. Essi sono dei consulenti ausiliari del datore di lavoro, per questo non rispondono in maniera diretta del loro operato in azienda.

In altre parole, il Responsabile aiuta il datore di lavoro nell’assolvimento degli obblighi di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro ma non ha l’obbligo di accertare l’effettiva applicazione dei presidi, questo perché la legge assegna la funzione di “garante” unicamente al datore di lavoro aziendale.

Per questa ragione il RSPP non risponde direttamente dell’omissione dei presidi antinfortunistici, anche in alcune occasioni la Corte di Cassazione ha riconosciuto su di essi dei margini di responsabilità, in quanto figure esperte preposte alla prevenzione dei pericoli.

Essendo una figura relativamente “nuova”, va da sé che la giurisprudenza in merito è in continua evoluzione, molto probabilmente verso il riconoscimento di una responsabilità distinta rispetta a quella del datore.

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