Governo Draghi, applausi di Confindustria alla decisione del Presidente Mattarella. Bonomi adesso si aspetta la cancellazione del Reddito di Cittadinanza e di Quota 100.
Nuovo Governo: Confindustria non ha dubbi su cosa bisognerà fare sul fronte Quota 100 e Reddito di Cittadinanza.
Non c’è ancora la conferma che ci sarà un Governo Draghi, tuttavia cominciano già le prime considerazioni riguardo a cosa dovrà fare il nuovo esecutivo su alcuni importanti temi, come quello delle pensioni e dei trattamenti assistenziali.
In questi giorni, nell’attesa che il Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi sciolga le riserve rispetto alla formazione di un nuovo Governo, vi abbiamo dato alcune indicazioni rispetto a quello che potrà succedere al Reddito di Cittadinanza; c’è chi ritiene, infatti, che Draghi sia contrario ad ogni forma di sussidio assistenziale e che quindi la sua decisione sarà quella di toglierlo per reindirizzare le risorse stanziate su altre voci. In realtà non è proprio così: in un suo recente intervento sul Financial Times, infatti, Mario Draghi ha sottolineato l’importanza di mantenere un reddito di base per chi perde il lavoro, a conferma che l’ex Presidente della BCE non è contrario ad ogni forma di sussidio.
Vi abbiamo anche spiegato, però, che sul fronte pensioni Mario Draghi potrebbe seguire alla lettera le indicazioni dell’UE in merito alla necessità che l’Italia dia piena attuazione alla Legge Fornero. Questo significherebbe uno stop ad ogni misura di flessibilità, sia presenti che future.
Come anticipato, però, c’è chi non ha dubbi rispetto alle decisioni che il Governo Draghi dovrà prendere rispetto a questi due aspetti: Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, ritiene infatti che sia arrivato il momento di mettere fine a Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, azzerando - di fatto - due delle misure più importanti introdotte dal primo Governo Conte.
Confindustria: “Draghi cancelli il Reddito di Cittadinanza e Quota 100”
Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, ha affidato alle pagine de La Stampa il suo endorsement per Mario Draghi: “Rappresenta un patrimonio per il nostro Paese, ha le qualità che da tempo auspicavo in un politico”.
È chiaro, quindi, che Bonomi vede un potenziale Governo Draghi come maggiormente in grado di tutelare gli interessi delle imprese. Va detto, però, che questo non si è limitato ad elogiare il profilo dell’ex Governatore di Bankitalia, in quanto ha anche suggerito cosa dovrebbe fare rispetto a Reddito di Cittadinanza e Quota 100.
E il suo giudizio è lapidario in tal senso: servirà cancellare entrambe le misure, a partire dal Reddito di Cittadinanza in quanto questo ha fallito nel suo scopo di diventare “strumento per favorire la ricerca di un lavoro”. A tal proposito, Bonomi ritiene che alla cancellazione del Reddito di Cittadinanza dovrà seguire una “radicale riforma degli ammortizzatori sociali”, come pure delle “politiche attive per il lavoro”.
Stesso giudizio negativo per Quota 100, misura che Confindustria aveva previsto che avrebbe creato “problemi di sostenibilità del debito pubblico e aggravato l’ingiustizia verso i più giovani” (come effettivamente è stato). Secondo Bonomi, infatti, non era fattibile l’idea per cui “pensionando in anticipo i più anziani si creassero nuovi posti di lavoro”.
Reddito di Cittadinanza e Quota 100: cosa farà Draghi?
Non sarà di certo Confindustria a far cambiare il parere che Draghi ha rispetto a trattamenti assistenziali e pensioni. D’altronde, non era un segreto il pensiero di Bonomi rispetto a queste due misure.
Specialmente rispetto al tema pensioni, però, la linea che potrebbe seguire il Governo Draghi non dovrebbe essere molto lontana da quella tracciata da Confindustria. Quota 100, d’altronde, cesserà di esistere il 1° gennaio 2022 e dubitiamo fortemente che un Governo europeista come quello che potrebbe nascere andrà a decidere in favore di un’eventuale proroga. E a pagarne le conseguenze potrebbero essere anche le future riforme delle pensioni.
Lato Reddito di Cittadinanza, invece, Draghi ha sempre sostenuto l’importanza dei trattamenti assistenziali, pur sottolineando la necessità di prevedere politiche per il lavoro che possano proteggere le persone dalla perdita di un impiego. Insomma, sussidi e trattamenti assistenziali sono utili, ma non bastano; non per questo, però, ci sono gli elementi per pensare ad una cancellazione del Reddito di Cittadinanza.
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