Pensioni: l’ultimo Governo tecnico approvò la Legge Fornero. La storia si ripete?

Antonio Cosenza

03/02/2021

Dopo circa dieci anni dall’ultima esperienza di Governo tecnico, l’Italia potrebbe ritrovarsi con un altro premier non sostenuto da una maggioranza politica. Il Governo Monti portò con sé la riforma Fornero sulle pensioni: cosa succederà adesso?

Pensioni: l’ultimo Governo tecnico approvò la Legge Fornero. La storia si ripete?

Pensioni: l’ultimo Governo tecnico - presieduto da Mario Monti - portò con sé una delle riforme più odiate dagli italiani, quella che porta la firma dell’allora Ministro del Lavoro Elsa Fornero.

È ovvio, quindi, che c’è preoccupazione per quello che potrebbe succedere sul fronte pensioni in caso di un nuovo Governo tecnico guidato da Mario Draghi.

Le analogie tra le due esperienze di Governo, infatti, sarebbero molte, a partire dal nome dal nome dei Premier. Ad esempio, una guida fortemente europeista, nonché la necessità di gestire una situazione di crisi economica.

Detto questo, c’è chi teme che un eventuale Governo Draghi possa seguire la linea dettata dall’ultimo Governo tecnico, intervenendo sul tema delle pensioni in maniera netta. C’è il rischio, quindi, che con Draghi al Governo potremmo dover assistere ad una seconda riforma di “lacrime e sangue come quella approvata nel 2011? Facciamo chiarezza.

Governo Monti e Governo Draghi: ci sono delle differenze

Come abbiamo visto in precedenza, ci sono delle analogie tra il Governo Monti e quello che potrebbe essere presieduto da Mario Draghi. Ci sono, però, anche delle differenze, come ad esempio rispetto al momento storico.

Nel 2011, infatti, l’Italia viveva una situazione economica di profonda difficoltà: una crisi dei mercati, in pieno periodo di speculazione finanziaria. Uno spread alle stelle, con il Governo Monti chiamato appositamente per attuare una politica di spending review.

Intervenire sulle pensioni fu necessario altrimenti, come spiegato più volte dalla Fornero, nel lungo periodo l’intero sistema sarebbe collassato.

La situazione attuale è differente: è vero che c’è una crisi economica, ma questa è strettamente legata a quella sanitaria. Una volta che si risolverà quest’ultima, infatti, sarà il momento della ripartenza e l’Italia avrà a disposizione oltre 200 miliardi di euro del Recovery Fund da gestire (ai quali potrebbero aggiungersi anche le risorse del MES).

Insomma: nel 2011 bisognava trovare le risorse, mentre nel 2021 bisogna capire come gestirle nel migliore dei modi. Per questo motivo c’è una profonda differenza tra il Governo Monti e quello che potrebbe essere presieduto da Mario Draghi.

Mario Draghi al Governo: cosa ci aspetta per le pensioni?

Un Governo Draghi, quindi, non avrebbe necessità di intervenire per tagliare le pensioni o per aumentare l’età pensionabile. Va detto, però, che trattandosi di un Governo fortemente europeista, anche la strada che verrà seguita sarà quella tracciata dall’UE.

E le indicazioni dell’Unione Europea rispetto alle pensioni sono chiare: si chiede all’Italia di dare piena attuazione della Legge Fornero, evitando quindi di introdurre misure di flessibilità - come Quota 100 - che comportano un aumento della spesa pensionistica.

Un Governo Draghi, quindi, vorrebbe dire che bisognerà dire addio ad ogni possibilità di una conferma di Quota 100, come pure di una Quota 41 per tutti. E le discussioni sulla prossima riforma, con la possibilità di una Quota 102, potrebbero interrompersi.

Un Governo Draghi, quindi, non avrebbe come priorità quella di intervenire sulle pensioni, né in meglio né in peggio: le indicazioni dell’UE, infatti, sono già state accolte dalla riforma Fornero del 2011, e il compito di un Governo tecnico con forte spinta europeista sarà appunto quello di darne piena attuazione.

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