Nel 2020 si è registrato il record di oltre 55 milioni di sfollati a causa dei conflitti e dei disastri naturali provocati dal cambiamento climatico. Il report di Internal Displacement Monitoring Centre.
Nel 2020 si è registrato il record di sfollati nel mondo con oltre 55 milioni di persone che hanno abbandonato il proprio luogo di origine spostandosi in un’altra città o regione all’interno del proprio Paese. Di questi circa 40,5 milioni è rappresentato da nuovi trasferimenti.
Il dato impressionante, più del doppio rispetto ai 26 milioni di rifugiati che hanno abbandonato le proprie nazioni, è stato pubblicato dalle ONG Internal Displacement Monitoring Centre e Norwegian Refugee Council’s.
Le indagini hanno così rivelato come la maggiore causa di questa migrazione interna sia legata ai disastri naturali prodotti dal cambiamento climatico, in quello che ha rappresentato l’anno peggiore per l’aumento delle temperature del pianeta.
Infatti, nel Global Report si fa riferimento al fatto che dei 40,5 milioni di nuovi sfollati, la cifra più alta degli ultimi 10 anni, oltre 30 milioni sono stati obbligati a spostarsi a causa di fenomeni naturali, tra cui inondazioni, tempeste e incendi.
Mentre la causa scatenante per le restanti 10 milioni di persone deriva dai conflitti e dall’alto livello di violenza in aree come la Siria, l’Etiopia e la Repubblica Democratica del Congo.
Record di sfollati nel 2020 a causa del cambiamento climatico
Alexandra Bilak, direttrice dell’IMDC, ha quindi espresso la sua preoccupazione riguardo a queste cifre così elevate durante la pandemia da Covid-19, affermando come i numeri reali potrebbero essere ancora maggiori, poiché le restrizioni a livello mondiale avrebbero impedito una raccolta dati ufficiale più conforme alla realtà.
Continuando a leggere il report, si può notare come 23 milioni di sfollati abbiano un’età inferiore ai 18 anni. Una cifra enorme, soprattutto in riferimento all’impatto che questi spostamenti possono avere sull’istruzione dei ragazzi, costretti a lasciare forzatamente la propria casa e quindi la scuola.
L’Internal Displacement Monitoring Centre ha quindi calcolato l’impatto economico di questo fenomeno, con un costo globale stimato di 20,5 miliardi di dollari nel 2020, derivante dalla somma tra la spesa pubblica in servizi e risarcimenti con la perdita di reddito delle persone coinvolte.
Gli Stati che hanno subito i maggiori sfollamenti al loro interno per catastrofi naturali sono l’Afghanistan (1,1 milioni), l’India (929 mila) e il Pakistan (806mila).
Un costo globale di $20,5 miliardi
Questo documento rappresenta solamente uno dei tanti campanelli d’allarme per l’economia globale, che negli ultimi mesi ha portato i Governi di tutto il mondo, insieme alle istituzioni sovranazionali, a dedicare più impegno, sia sociale che finanziario, alle politiche ambientali.
Secondo le maggiori banche centrali occidentali il cambiamento climatico rappresenta infatti uno dei maggiori rischi finanziari del futuro, tanto da dichiarare la volontà di inserire il tema della sostenibilità ambientale tra i propri obiettivi.
Tuttavia, nonostante le nuove intenzioni, secondo Bilak, il numero degli spostamenti interni causati dai disastri ambientali rischia di aumentare nei prossimi anni, portando probabilmente a nuove cifre record.
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