Il Recovery Fund deve essere approvato entro la pausa estiva secondo Il presidente della Commissione UE, Ursula Von der Leyen. Ecco perché.
I negoziati per il Recovery Fund devono essere approvati entro la pausa estiva secondo il presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen.
Quest’ultima ha lanciato un messaggio inequivocabile agli Stati membri, se non si dovesse raggiungere un’intesa entro la metà di luglio, non sarà possibile fare alcuna pausa estiva, ma i lavori dovranno continuare a oltranza.
Si tratta di negoziati difficili, avere il sostegno di 27 Stati membri e prendere una decisione è decisamente complesso, ma se protratti a lungo potrebbero avere ampie ricadute negative anche sui mercati, ragion per cui l’UE inizia a fare pressioni.
Recovery Fund: la posizione di Von der Leyen
Ursula Von der Leyen, ha espresso la sua posizione sull’urgenza di raggiungere un accordo relativo all’applicazione del Recovery Fund parlando al quotidiano di economia e finanza tedesco Handelsblatt.
In un’intervista rilasciata al giornale, ha spiegato che se alla luce delle attuali divergenze non si dovesse trovare un’intesa, sarà necessario avviare un altro vertice del consiglio europeo immediatamente (il prossimo si terrà il 17 luglio a Bruxelles) poiché non è possibile concedersi alcuna pausa al momento.
“Se il primo non si rivelasse risolutivo, avremo bisogno di un secondo vertice, ad ogni modo sarà necessario lavorarci fino al punto che il pacchetto venga avviato”
ha affermato, secondo le dichiarazioni riportate da ANSA.
Anche Giuseppe Conte pare sia della stessa idea. Il Premier nelle scorse settimane ha definito il piano di ripresa dell’economia europea presentato a maggio “equo e ben bilanciato” sostenendo che ci siano i presupposti per un accordo.
Infatti, anch’egli parlando ai leader europei in videoconferenza ha ribadito la necessità di stringere i tempi dell’intesa, da definire entro luglio. Tra due settimane l’Italia dovrebbe dunque dare una risposta riguardo alle sue intenzioni sia sul Recovery Fund sia sull’eventuale utilizzo del MES.
Pareri contrari e questioni in sospeso
Non tutti gli stati membri, tuttavia, sono d’accordo sull’importanza di accelerare la definizione degli accordi. Alcuni mantengono posizioni più dure, non a caso definiti Paesi rigoristi o frugali.
Ad esempio, secondo il Primo Ministro olandese Mark Rutte, non sarebbe così grave se non si raggiungesse un accordo entro il prossimo mese. Egli ritiene che la fretta possa far perdere di vista un aspetto più importante, ossia il contenuto del pacchetto Recovery Fund.
Altri, come l’Austria, rimangono incerti, poiché temono che lo strumento possa rivelarsi una mera condivisione del debito con i “Paesi più virtuosi”, piuttosto che un aiuto per i Paesi maggiormente colpiti dal virus. Per questo, alcuni Stati spingono affinché per la concessione degli aiuti (in particolare se a fondo perduto) vengano imposti condizionamenti, quali limiti temporali, e severi controlli.
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ritiene, infatti, che raggiungere un’intesa così presto non sarà così semplice, proprio causa delle diverse questioni rimaste ancora in sospeso, come l’ammontare complessivo del pacchetto, le condizionalità, la ratio da applicare per la ripartizione dei fondi e così via.
“Abbiamo scelto che il piano di ripresa comprenda per due terzi le sovvenzioni e per un terzo i prestiti. L’obiettivo è rendere i Paesi europei più resistenti, soprattutto quelli più indebitati. Non possiamo accollare a nessun Paese sempre più debiti e in modo illimitato, altrimenti il peso crescente dei tassi rischia di soffocarli”
ha aggiunto ancora Von der Leyen a tal proposito.
La reazione dei mercati
L’accelerazione dell’intesa, non riguarda solo la pausa estiva, naturalmente. Anche dalla BCE nelle scorse settimane era giunto un monito sui rischi connessi al protrarsi delle trattative.
Secondo la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, la reazione dei governi finora ha permesso di guadagnare tempo, aprendo la strada a una ripresa dei mercati entro fine anno e contribuendo a un sentimento positivo da parte di questi ultimi.
Tuttavia, secondo Lagarde, la situazione positiva potrebbe velocemente capovolgersi se non si riuscisse a trovare un’intesa relativa al Recovery Fund in breve tempo, determinando una reazione negativa dei mercati. Da Francoforte si aspettano una contrazione del 13% nel secondo quarter e un crollo del Pil europeo pari all’8,7% quest’anno, senza contare il tasso di disoccupazione, che potrebbe toccare anche il 10% colpendo in particolare i giovani.
Intanto, fortunatamente, mantiene un segnale positivo il sentimento economico nell’Eurozona e nell’Ue dove l’indicatore Esi segna rispettivamente +8,2 e +8,1 punti. Italia e Spagna a pari merito sono terze in termini di crescita (+8,2) precedute da Paesi Bassi (+8,3) e Francia (+9,4). Migliora anche l’indicatore delle aspettative sull’occupazione (Eei): +12,7 punti nell’Eurozona, e +11,9 nella Ue-27.
© RIPRODUZIONE RISERVATA