Luigi Di Maio non vuole cancellare il Reddito di Cittadinanza: ma una riforma della misura è comunque nei piani del Governo.
Per quanto riguarda il futuro del Reddito di Cittadinanza questa è stata una settimana molto importante poiché caratterizzata dalle parole di Luigi Di Maio, colui che come leader del Movimento 5 Stelle ha maggiormente spinto per l’introduzione di questa misura.
Nel dettaglio, nei giorni scorsi sono arrivate le dichiarazioni di Di Maio al Foglio che hanno fatto pensare ad un dietrofront dell’attuale Ministero degli Esteri riguardo all’efficacia della misura. Nel dettaglio, Di Maio ha parlato della necessità di “separare nettamente gli strumenti di lotta alla povertà dai sostegni al reddito in mancanza di occupazione”; parole che potrebbero far pensare alla fine del Reddito di Cittadinanza così come lo conosciamo oggi, con un possibile ritorno al Reddito di Inclusione.
Parole che hanno fatto tremare coloro che in questi mesi si sono appoggiati al Reddito di Cittadinanza quale unico sostegno al reddito a loro disposizione, i quali temono che possano esserci - già per il 2021 - delle novità che andranno a compromettere l’erogazione del sostegno.
Va detto, però, che nelle ultime ore sia lo stesso Di Maio che il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, hanno confermato la loro fiducia nei confronti della misura sottolineando l’importanza che questa ha avuto in questi mesi, non nascondendo però l’ipotesi di una riforma.
Luigi Di Maio non vuole cancellare il Reddito di Cittadinanza
Nel commentare l’ennesima notizia dei furbetti del Reddito di Cittadinanza, nonché il caso di due tunisini che hanno percepito il sostegno pur non avendone diritto (e nel frattempo finanziavano un pericoloso foreign fighter), Di Maio ha definito come “vergognosa” la campagna di “diffamazione” che da anni viene fatta non solo contro il Reddito di Cittadinanza ma contro tutte le leggi che portano la firma del Movimento 5 Stelle.
Nessuno dice che il RdC è servito per ridare dignità a tante persone dimenticate dallo Stato. La pandemia scoppiata nel 2020 ha certificato anche che senza Reddito di Cittadinanza ci sarebbero stati milioni di nuovi poveri. E in un periodo in cui molte persone soffrono a causa della crisi economica è “inconcepibile” che la stampa voglia far passare tutti i percettori del Reddito di Cittadinanza come “terroristi o mafiosi”.
E non solo, il Ministro degli Esteri si è scagliato anche contro gli autori degli articoli che screditano la misura. Si è rivolto a loro dicendo che probabilmente “se la sono sempre passata bene” ed è per questo che non sono in grado di comprendere “il dolore che si cela dietro la povertà”.
Un “dolore” che il Reddito di Cittadinanza ha provato a risolvere ed è per questo che non è assolutamente intenzione del Governo cancellarlo. Insomma, dopo parole con cui sembrava che Di Maio avesse voltato le spalle alla misura di cui è “padre”, ecco che sembra essere tornato il sereno.
Riforma Reddito di Cittadinanza: siamo sicuri verrà migliorato?
Ma ciò non toglie che una riforma della misura sia nei piani del Governo: specialmente in caso di mancata conferma dei navigator, in scadenza ad aprile 2021, e il depotenziamento dell’ANPAL, infatti, è molto probabile che la politica attiva possa essere scollegata dal sostegno economico.
Ma siamo certi che questa sia la soluzione migliore? Con la firma di un Patto di Lavoro, infatti, è stato effettuato un primo controllo dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza, i quali con il passaggio al Centro per l’Impiego si sono comunque messi a disposizione per partecipare ad un percorso di ricollocamento professionale.
È anche vero che i risultati raggiunti sono stati inferiori alle attese, ma va considerato che siamo a poco più di un anno dalla partenza di questo percorso e che da circa 9 mesi si sta lavorando con le difficoltà dettate dal Covid.
Eliminare la politica attiva farebbe sì risparmiare circa 180 milioni di euro per lo stipendio dei navigator, ma allo stesso tempo trasformerebbe la misura in un sostegno prettamente di tipo assistenziale. E lo scenario che Di Maio avrebbe voluto assolutamente evitare - ossia che il Reddito di Cittadinanza “diventi un sostegno per far stare le persone sul divano” - potrebbe davvero concretizzarsi.
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