Reddito di cittadinanza, novità in Legge di Bilancio 2022: l’assegno verrà tagliato dopo sei mesi di fruizione, ecco per chi.
La riforma del reddito di cittadinanza che verrà attuata in Legge di Bilancio 2022 prende forma: il piano del Governo Draghi è stato illustrato in cabina di regia e oggi - giovedì 28 ottobre - verrà messo nero su bianco nel testo della manovra che dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei Ministri.
Ci sarà una stretta: l’importo del reddito di cittadinanza si riduce, ma solo per alcuni beneficiari. E ancora, ci saranno regole più severe, specialmente per quanto riguarda le offerte di lavoro.
Novità su cui dovrà arrivare il via libera da parte del Movimento 5 Stelle, già scosso per l’addio al cashback. Ma non sembrano esserci dubbi: dopo circa un anno di valutazione, Mario Draghi ha deciso in favore di una stretta al reddito di cittadinanza, spinto anche dalle pressioni di una larga fetta della maggioranza, Lega e Italia Viva su tutti ma anche il PD sembra essere favorevole a un cambio delle regole.
Reddito di cittadinanza, come sarà il taglio
Solamente nelle prossime ore sapremo di quanto il reddito di cittadinanza verrà tagliato. Al momento possiamo rispondere a due domande a riguardo: quando e per chi.
Il meccanismo utilizzato sarà lo stesso previsto per la NASpI (sospeso in periodo di pandemia ma di ritorno nel 2022): dopo un certo numero di mensilità - si sta discutendo tra le quattro e le sei - l’assegno verrà tagliato di una certa percentuale, su cui appunto non sono ancora note le cifre. Non dovrebbe comunque essere più alta di quanto previsto per i disoccupati, quindi dovrebbe attestarsi intorno al meno 3% ogni mese.
Per intenderci: un assegno da 500 euro mensili si ridurrebbe così di 15 euro a partire dal quarto o sesto mese (a seconda di quella che sarà la decisione presa in Legge di Bilancio) per ogni mensilità. Dopo 10 mesi, quindi, si andrebbero a percepire 150 euro in meno rispetto alla cifra iniziale.
Il taglio, però, non sarà per tutti: a essere soggetta a riduzione sarà la quota riconosciuta agli occupabili, ossia a coloro che si trovano nella condizione di poter lavorare. Ne restano esclusi, dunque, disabili, minori e anziani.
Reddito di cittadinanza: regole più severe per le offerte di lavoro
La seconda novità è importante ma non quanto la prima. E vi spieghiamo il motivo: oggi il reddito di cittadinanza decade al rifiuto della terza offerta di lavoro congrua, ma solo per coloro che percepiscono l’assegno da meno di 18 mesi.
Al superamento delle 18 mensilità, in caso di rinnovo, il reddito di cittadinanza si perde anche solo rifiutando una sola offerta di lavoro congrua. E in questo caso l’offerta può arrivare da ogni parte d’Italia, oppure da un massimo di 250 chilometri per i nuclei in cui ci sono componenti minori o disabili.
Il problema è che oggi la maggior parte dei nuclei beneficiari si trova già in questa situazione: a mancare è l’offerta congrua, per la quale non è chiaro se i Centri per l’Impiego abbiano una procedura chiara e definita per tracciarla.
Non dovrebbe essere, dunque, chissà quanto rilevante la novità contenuta nella Legge di Bilancio 2022. Questa prevede che anche nel caso dei primi 18 mesi di fruizione della misura si possano rifiutare non più di due offerte di lavoro congrue: al secondo rifiuto stop alla misura, con ulteriore sanzione che vieta di presentare una nuova domanda nei 18 mesi successivi.
Ma come anticipato questo problema non si pone fino a quando non arriveranno le offerte di lavoro “congrue”. Senza di queste, e senza una procedura chiara per tracciare coloro che rifiutano, il beneficiario potrà continuare a godere del RdC senza temere d’incorrere in sanzioni, accettando però - visto quanto spiegato nel primo paragrafo - di percepire un assegno sempre più basso con il passare dei mesi.
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