Reddito di Cittadinanza, taglio di 100€ per figlio con l’assegno unico: perché “è ingiusto”

Simone Micocci

17/06/2021

Reddito di Cittadinanza tagliato di 100€ per ogni figlio a causa dell’assegno unico: secondo il sottosegretario Guerra questa procedura è ingiusta.

Reddito di Cittadinanza, taglio di 100€ per figlio con l’assegno unico: perché “è ingiusto”

È polemica per il taglio del Reddito di Cittadinanza in programma dal prossimo mese di luglio: ad alimentarla è il sottosegretario all’Economia, Maria Cecilia Guerra, in un’intervista rilasciata a Repubblica.

Ma andiamo con ordine: effettivamente un taglio del Reddito di Cittadinanza nel mese di luglio ci sarà ma il paradosso è che le famiglie andranno a percepire di più e non di meno. Questo perché, contestualmente al taglio, verrà riconosciuto l’assegno unico per i figli e, come abbiamo visto nella nostra guida dedicata, il calcolo del Reddito di Cittadinanza ne gioverà.

Quello che lamentano coloro che prendono il Reddito di Cittadinanza è: perché tagliare la parte riservata ai figli mentre l’assegno unico per le altre famiglie non prevede questo tipo di penalizzazioni? Per intenderci, chi prende il bonus bebè può fare richiesta anche dell’assegno unico senza tagli per l’una o l’altra misura.

Non sarà così per chi prende il Reddito di Cittadinanza, per il quale appunto è previsto un taglio di 100,00€ per ogni figlio minorenne, con l’aggiunta poi dell’assegno unico che comporterà comunque un incremento rispetto a quanto corrisposto a giugno.

Ma c’è chi dice no: tra questi il sottosegretario all’Economia, Maria Cecilia Guerra.

Assegno unico: chi prende il Reddito di Cittadinanza è penalizzato?

Di cumulabilità tra assegno unico e Reddito di Cittadinanza ne ha parlato a Repubblica il sottosegretario all’Economia, Maria Cecilia Guerra (Partito Democratico). Questa ha spiegato di “non essere d’accordo” con quanto deciso dal Consiglio dei Ministri che ha reso le due misure compatibili ma non cumulabili al 100%.

La Guerra, infatti, ritiene che per le famiglie più povere le difficoltà aumentino in corrispondenza al numero dei figli. Per questo motivo “le due misure non dovrebbero escludersi a vicenda, dovrebbero anzi essere rafforzate per le famiglie in maggiori difficoltà”.

Secondo la Guerra non è giusto tagliare la parte di Reddito di Cittadinanza riservata ai figli per riconoscervi l’assegno unico in quanto le due misure hanno due ratio completamente differenti. Nel dettaglio:

  • il Reddito di Cittadinanza è una misura di sostegno alla povertà che tiene conto della condizione economica familiare;
  • l’assegno unico per i figli ha come funzione quella di sostenere e dare un valore sociale alla genitorialità ed è per questo motivo che dovrebbe essere il più possibile universale.

Prevedere, com’è stato, “una forma di compensazione tra i due istituti significa snaturarli”. Anzi, suggerisce la Guerra, semmai bisognerebbe pensare a un incremento del Reddito di Cittadinanza per quelle famiglie con minori che vivono in una condizione di povertà.

Reddito di Cittadinanza: è ancora possibile evitare il taglio di luglio?

Per la cumulabilità al 100% tra Reddito di Cittadinanza e assegno unico per i figli non sembrano esserci speranze per il 2021, almeno stando alle parole della Guerra.

Questa, infatti, ha spiegato che in realtà quanto deciso dal Consiglio dei Ministri è in linea con quanto scritto nella legge delega, la quale già prevedeva la possibilità di scomputare dal reddito la quota legata ai figli per poi riconoscere l’importo dell’assegno unico. Nonostante non ci fosse alcun obbligo a riguardo, il Governo ha comunque deciso di procedere in questa direzione.

In realtà margine per intervenire ci sarebbe ancora: il decreto è infatti in esame in Parlamento per la conversione in legge e qui ci sarebbe spazio per un emendamento che possa rendere le due misure compatibili al 100% senza dunque prevedere alcun taglio. Ma il fatto che un sottosegretario escluda questa possibilità sembra significare che non c’è la volontà politica nel farlo.

Semmai, aggiunge la Guerra, se ne riparlerà dal 1° gennaio 2022 quando l’assegno unico andrà a regime: la speranza del sottosegretario è che in quell’occasione non venga commesso lo “stesso errore”.

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