Il reddito di cittadinanza cambia nel 2020, ma come? Dai lavori di pubblica utilità alla nuova fase 2, vediamo le novità.
Il reddito di cittadinanza cambia nel 2020 per molti beneficiari. Ma come? Avviata la fase 2 della misura introdotta con il Decreto 4/2019 dal governo Conte I lo scorso anno, oggi il reddito di cittadinanza è al centro di importanti novità proprio per quanto riguarda l’impiego dei beneficiari.
Sono 18mila i beneficiari che secondo Anpal hanno trovato lavoro da settembre a novembre 2019, numero aumentato a fine anno quando sono diventati 28mila.
Questi sono i risultati del meccanismo avviato quasi un anno fa: i centri per l’impiego hanno convocato i beneficiari per il colloquio fondamentale alla successiva ricerca del lavoro. Per il 2020 arrivano poi i lavori di pubblica utilità.
Intanto i beneficiari del reddito di cittadinanza devono prepararsi ad aggiornare l’Isee entro il 31 gennaio pena la sospensione del beneficio. Ma vediamo come cambia il reddito di cittadinanza nel 2020.
Cambia il reddito di cittadinanza nel 2020: i beneficiari lavorano per i Comuni
Il reddito di cittadinanza cambia nel 2020 per i beneficiari che dovranno lavorare per i Comuni, o meglio per il Comune di residenza all’interno dei PUC (Progetti di Pubblica Utilità).
Un Decreto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dello scorso 8 gennaio ha stabilito che i beneficiari che non ne siano esonerati devono svolgere lavori di pubblica utilità nel Comune di residenza per un ammontare di 8 ore settimanali, estendibili a 16.
Il vincolo era già stato stabilito nel Decreto 4/2019, ma ora diventa effettivo per il 2020. La disponibilità a svolgere lavori di pubblica utilità da parte dei beneficiari del reddito di cittadinanza va sottoscritta nel momento in cui si firma il Patto per il lavoro presso il centro per l’impiego incaricato.
Il Cpi di riferimento, con i navigator, deve accompagnare il lavoratore nella ricerca attiva del lavoro. Nonostante il nuovo Decreto e nonostante la fase 2 del reddito di cittadinanza sia iniziata e abbia portato già a dei risultati, i numeri sono ancora lontani dal raggiungimento completo degli obiettivi della misura.
Reddito di cittadinanza: i risultati della fase 2
Il reddito di cittadinanza è ora nella sua fase 2, ma non mancano le criticità anche in merito ai risultati della misura.
L’Ocse in un report dello scorso novembre ha sostenuto che la misura vada rivista perché, così come è pensata, andrebbe a incentivare gli abusi. Un esempio su tutti il boom dei finti divorzi dal momento che il reddito di cittadinanza, secondo l’Organizzazione, favorirebbe i nuclei monoparentali.
Ora che è nella sua fase più calda ci si aspetta molto dal reddito di cittadinanza anche se gli ultimi dati disponibili parlano di pochi occupati e occupabili a fronte dei molti beneficiari.
Secondo l’Istat sono 2,3 milioni i beneficiari del reddito di cittadinanza, di questi, secondo Anpal al 10 dicembre 28mila hanno trovato un impiego e sono solo il 3,6% del totale.
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